VOCE
trecenta
27.05.2022 - 18:08
TRECENTA - Una storia che parte dal 2017 o, se vogliamo dirla tutta, dal 1995 quando la struttura ospedaliera "Casa Rossi" venne chiusa in concomitanza con l’apertura del nuovo nosocomio “San Luca”. Da oltre vent’anni a questa parte i segni di abbandono e degrado sono evidenti, con numerose intrusioni all’interno della struttura e una vasta area verde ormai diventata rifugio di topi e animali selvatici.
Lo stallo sulla struttura sembra smuoversi nel 2017 quando la Regione Veneto, con apposita delibera, mette a disposizione 1,8 milioni di euro all’Ater (uno dei tre soggetti al tavolo insieme al Comune di Trecenta e all’Ulss 5 Polesana ndr), la quale aveva previsto ulteriori 200mila euro da mettere sul piatto per gli interventi sull’ex ospedale situato in pieno centro storico.
Nel 2018 inizia il percorso con l’Ulss 5 Polesana che invia una proposta di accordo di programma che prevedeva la costruzione di circa una ventina di alloggi dedicati agli anziani per la cosiddetta terza età attiva; tale intervento andava a coprire una parte della struttura, l’ex blocco ambulatoriale, e non sull’intera area che copre oltre 11mila mq.
Successivamente la Regione si ravvede e blocca tutto per verificare se ci fosse l’eventualità dell’alienazione del bene ma nel 2019, dopo un’asta andata deserta, torna sui propri passi. Per questo motivo l’Ater, ad aprile 2019, trasmette al Comune di Trecenta il protocollo d’intesa, modificato rispetto al precedente sottoscritto dall’Ulss 5 Polesana.
Due anni dopo l’ex direttore generale dell’azienda sanitaria Antonio Compostella approva il nuovo protocollo d’intesa, poi sottoscritto dal Comune. E l’Ater? L’Ater non risponde e non firma il protocollo anzi nel maggio 2021 il cda delibera la temporanea sospensione della firma del protocollo d’intesa e dalla relazione del Bilancio 2021 l’Ater decide di destinare gli 1,8 milioni di euro per manutenzioni degli immobili di sua proprietà sul territorio provinciale; tale cambiamento viene deciso in quanto, secondo Ater, le risorse risulterebbero insufficienti per l’intervento pianificato precedentemente nell’ex ospedale “Casa Rossi”.
Un percorso ingarbugliato con il risultato che la struttura rimane lì com’è, in condizioni fatiscenti, e senza un futuro roseo all’orizzonte. Il Comune di Trecenta con il sindaco Antonio Laruccia chiede l’accesso agli atti per capire come si sia arrivati a questo cambio di destinazioni dei fondi e, dopo la risposta non esaustiva e chiarificatrice di Ater, si è passati al ricorso al Tar con ancora il giudizio in sospeso. “Girano voci che la Regione stia predisponendo un’autorizzazione postuma per assegnare all’Ater ulteriori risorse per le manutenzioni straordinarie dei propri immobili. Se tali voci fossero vero sarebbe qualcosa di assurdo”, conclude il primo cittadino di Trecenta Antonio Laruccia. La Via Crucis dell’ex ospedale “Casa Rossi” continua e non si sa a quale “stazione” siamo arrivati.
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