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Rovigo

Momberg, il Bersagliere di mille battaglie, saluta i rossoblù

Dopo sette anni nella Rugby Rovigo Delta, arriva l'annuncio del ritorno in Sud Africa

ROVIGO - Sette stagioni, cinque finali, due scudetti, una Coppa Italia. Questi i numeri e i traguardi che hanno costellato la carriera dai colori rossoblù del Bersagliere di mille battaglie, il sudafricano - rodigino d'azione - Jacques Momberg. 

Classe 1991, il tallonatore della Femi Cz Rugby Rovigo Delta, a Rovigo dal 2015, annuncia il ritorno a casa. Ebbene sì, per Jacques è arrivato il momento di voltare pagina, tornare alle sue radici con la sua famiglia, con Heather la compagna e un baby Bersagliere rossoblù, il piccolo Xavier, nato proprio qui a Rovigo. 

"Rovigo è un posto speciale, resterà per sempre nel mio cuore", ha scritto sulla sua pagina Facebook il giocatore annunciando l'addio alla squadra.

Il Bersagliere si è anche concesso una chiacchierata ai nostri microfoni, per salutare tifosi, compagni e la società che l'ha sostenuto e accolto permettendogli di ottenere grandi successi nel rugby, il suo primo grande amore. Un giocatore che negli anni è stato in grado di portare in campo tutta la forza e la grinta che gli hanno consentito di ritagliarsi un posto nel cuore dei tifosi e nella storia della società. Il suo volto insanguinato durante la finale con il Calvisano (che si concluse con la conquista dello scudetto) resterà un'immagine iconica per il Rugby Rovigo, che pure ha visto passare tanti campioni.

Quando hai maturato la decisione di lasciare Rovigo?

“Dopo la nascita di mio figlio, verso Natale ma era un pensiero che avevo dagli inizi di dicembre”.

Tornerai in Sudafrica dove ci sono le tue radici, è la tua terra. Hai già scelta la tua prossima squadra?

“Intanto ritorno a casa, ho diverse cose da sistemare. Mi concentrerò prima su quelle, poi se arriverà un’opportunità per giocare là vedrò cosa fare”.

In sette stagioni hai conquistato due scudetti e una Coppa Italia con la maglia dei Bersaglieri. Qual è il tuo ricordo più bello di questa avventura a tinte rossoblù?

“Indubbiamente il primo scudetto, Rovigo non lo vinceva da tanti anni e il primo anno che sono arrivato ho subito vinto con questa squadra. É stato il momento più bello perché ho visto come qui sia condiviso con i tifosi, un episodio che non potrò mai dimenticare”.

E l’episodio più brutto?

“Il cartellino rosso preso dopo due settimane dal mio arrivo a Rovigo, ho preso otto settimane di squalifica. Ho rischiato veramente di tornarmene a casa, per fortuna non è successo e sono rimasto qui per sette anni”.

Iconica è la tua foto con il viso sanguinante nella finale scudetto vinta contro Calvisano nel 2016. Come ti ricordi quel momento?

“Noi stavamo difendendo strenuamente il vantaggio ma loro stavano spingendo al massimo per farci meta. Mi ricordo che mi sono buttato in mezzo e quando mi sono alzato vedevo solo rosso”.

A Rovigo hai trovato l’amore ed è nato anche tuo figlio, cosa ti porterai di questi sette anni?

Ho imparato tante cose, noi sudafricani abbiamo la testa dura. Ma qui ho aperto la mia mente e ho imparato a rapportarmi con una cultura diversa. A Rovigo ho imparato, poi, che se dai tutto questo ti torna indietro”.

E infine un messaggio spontaneo di Momberg: “Voglio ringraziare la famiglia Zambelli, veramente importante per questa città, per l’opportunità datami. É una splendida famiglia e tornerò a Rovigo sicuramente”.

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