VOCE
ROVIGO
25.06.2022 - 13:17
ROVIGO - In cinque per tre posti: la corsa al nuovo cda di Ecoambiente è scattata. E si concluderà (numeri permettendo) mercoledì, con la doppia assemblea dei sindaci convocata all’Interporto da Antonio Laruccia. Numeri permettendo, sì, perché servono 30 sindaci presenti (anche in collegamento streaming) in rappresentanza di almeno 600 quote sociali per rendere valido il voto, che poi avviene a maggioranza semplice. Bastano, insomma, venti Comuni “ribelli” per far saltare il banco e costringere ad una nuova convocazione della seduta.
In tempi rapidi, perché per le nomine ci sono 45 giorni di tempo, al termine dei quali l’appuntamento si sposterebbe in tribunale. Un’ipotesi che lo stesso Antonio Laruccia, decano dei sindaci polesani e presidente dell’assemblea intercomunale e del consiglio di bacino, non vuole nemmeno sentir prendere in considerazione. “La nostra azienda è sana, ha davanti un affidamento trentennale e fattura oltre 30 milioni di euro l’anno. E’ una della poche cose belle che abbiamo in Polesine. Creare qui una divisione dei sindaci sarebbe miope”, le sue parole.
I candidati
Già, ma poi bisogna fare i conti con le candidature. Chiara Turolla, sindaco di Arquà sostenuta da Gaffeo e dal movimento dei sindaci civici, se la dovrà vedere con la candidatura, arrivata in extremis, di Michela Bacchiega (centrosinistra, area Romeo) per il “seggio” del cda riservato alla componente femminile; Adriano Tolomei è l’unico candidato al ruolo di amministratore delegato, su proposta che spetta di diritto al sindaco di Rovigo; mentre Pier Paolo Frigato, già presidente di As2, è il candidato alla presidenza della Lega, contro cui ha depositato la propria candidatura il presidente uscente, Marco Trombini, già sindaco di Ceneselli, da sempre esponente del centrodestra.
Una spaccatura traversale rispetto alle logiche politiche classiche, e che ripercorre la frattura creatasi a fine 2021 per il rinnovo della presidenza della Provincia, quando a spuntarla fu l’alleanza tra civici di centrodestra e centrosinistra (questi ultimi guidati da Gaffeo) e la Lega, sotto l’egida di Enrico Ferrarese, contro la componente di centrosinistra più legata a quella che era “l’area Romeo” e Forza Italia, che presentarono due liste distinte.
Ma questa è un’altra cosa: qui in ballo c’è un’azienda preziosa come poche per tutto il Polesine.
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