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ROVIGO

Siccità, il Polesine da zona rossa: le piante sono le prime a soffrire

Il Polesine è tra le aree più colpite. Parlano i cittadini

ROVIGO - E' la sete delle campagne, del bosco, delle piante e dei nostri orti. La grande siccità e il caldo africano che si è abbattuto sulle nostre terre - purtroppo - stanno creando innumerevoli disagi. Colpite le colture, gli allevamenti e tra poco anche le nostre case.

Il governo infatti è pronto a istituire la zona rossa per siccità, in Veneto e in altre cinque Regioni. E l’emergenza porterà con sé anche un Dpcm, già allo studio del governo e che potrebbe vedere la luce la prossima settimana, per il razionamento dell’acqua. L’ipotesi su cui si sta lavorando è quella della chiusura totale dei rubinetti, da mezzanotte alle 6 del mattino o addirittura dalle 22 alle 6.

La siccità sta picchiando duro, e all’orizzonte non c’è nemmeno una nuvola: le previsioni annunciano il perdurare di sole battente e temperature ben al di sopra dei 30 gradi.

“La situazione è drammatica - il commento del governatore Luca Zaia - ci vuole l’adozione di regole dettate anche dal buon senso, per non sprecare la risorsa idrica”. E in Regione, dati alla mano, la zona che se la sta passando peggio è proprio il Polesine, dove il Po è ridotto a un rigagnolo e nelle zone del Delta è iniziata l’invasione del cuneo salino.

A monte della grande siccità di questi ultimi mesi ci sono i cambiamenti climatici che stanno trasformando e facendo soffrire foreste e biodiversità. 

Gli scienziati distinguono tre tipi di siccità. Quella meteorologica, idrologica e agricola. E purtroppo, il Polesine è colpito da tutte e tre. 

Non è più il caso di dire "l'erba del vicino è sempre più verde". E non ci riferiamo al proverbiale modo di dire. Purtroppo va inteso in senso letterale. "Le piante del mio giardino soffrono terribilmente - rivela una cittadina - ci guardiamo attorno e ci sono sempre più foglie secche. Per un risparmio idrico non si riesce a dare da bere alle piante quotidianamente e la terra diventa sempre più arida".

"Stiamo perdendo i frutti in via di maturazione e non riusciamo più a fare piantagioni nuove - afferma un agricoltore - c'è scarsità nelle falde e nei canali di irrigazione fornitici dal consorzio. Gli insetti poi prolificano con il caldo e danneggiano i sementi che seminiamo". C'è addirittura chi si ritrova a scegliere e per "fare la propria parte" tralascia il giardinaggio "per riservare l'acqua al proprio cane che con questo caldo soffre terribilmente".  

E' un dramma che sta colpendo troppo da vicino il nostro territorio: un Sos che parte proprio dalla pianura. 

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