VOCE
ROVIGO
11.07.2022 - 19:09
ROVIGO - Anche il cinema racconta i quarant'anni dalla conquista del titolo in Spagna, rivivendo attraverso un film-documentario quella notte speciale. "Italia 1982 - Una storia azzurra" è il titolo che per tre giorni colorerà di azzurro le locandine di tutti i cinema italiani, compreso il multisala rodigino Notorious.
Un evento speciale che dall'11 al 13 luglio racconta le testimonianze e le emozioni di quello storico Mondiale di calcio in cui la squadra italiana uscì, dopo numerose criticità, vincitrice. Una squadra affiatata, che non si è lasciata abbattere dalle stroncature della stampa italiana, le qualità umane dei giocatori e il pianto di gioia del commissario tecnico Enzo Bearzot.
Per molti italiani, il “Mundial” che resta nel cuore è proprio quello che la Nazionale azzurra ha vinto nel 1982 in Spagna. Quel successo ha qualcosa di mitico. 40 anni fa per molti fu il riscatto di una nazione, l’uscita dagli anni bui del terrorismo, la riscoperta del Tricolore e dell’orgoglio nazionale.
Il tutto viene ricordato per tre giorni al cinema nel film di Coralla Ciccolini, prodotto da Simona Ercolani, con la testimonianza di alcuni dei protagonisti di quel momento.
La trama. Quando la nazionale italiana di calcio lascia il paese alla volta della Spagna, dove si giocano i campionati mondiali del 1982, il clima è prima disinteressato e poi, dopo tre pareggi iniziali, addirittura ostile nei confronti di una squadra che non convince e le cui convocazioni suscitano dubbi, a cominciare dal centravanti Paolo Rossi che non gioca da due anni. Messi di fronte all'ultimo appello in una partita decisiva contro l'Argentina di Maradona, gli azzurri si lanciano però in una cavalcata sorprendente e trionfale che nessuno si aspettava.
"Ci siamo presi una grande responsabilità e una grande rivincita - ha dichiarato l'ex calciatore Fulvio Collovati in un'intervista ai microfoni di Sky tg 24 - In quel trionfo ci sono stati dei personaggi indimenticabili a cominciare da Enzo Bearzot. Ricordo Gaetano Scirea e Paolo Rossi che non ci sono più, Cesare Maldini e il Presidente Pertini, ma anche il francobollo di Zoff, l’urlo di Tardelli. Sono emozioni impossibili da dimenticare e che hanno fatto la storia del calcio insieme naturalmente al momento in cui abbiamo alzato la Coppa del Mondo. Direi che ci siamo presi una grande responsabilità e alla stampa che ci era contro abbiamo servito una bella rivincita".
Un ricordo vivo anche nella memoria di chi quella partita non l'ha giocata ma l'ha scritta. Germano Bovolenta, giornalista della Gazzetta dello Sport ha rivissuto quei momenti in cui, quell'incredibile notte di 40 anni fa, si trovava in redazione con i suoi colleghi, pronto ad assistere e a testimoniare il miracolo. "La partita, il tifo da stadio dentro la redazione. Io mi ero portato da casa una bandiera tricolore e me la sono tenuta sulle spalle sino alla fine - ha raccontato il grande giornalista sportivo - Il gelo, la disperazione quando Cabrini sbaglia il rigore, poi Paolo, Paolino, Pablito. E l’urlo di Tardelli e il sigillo di Spillo Altobelli. I tedeschi non si arrendono mai? No, si arrendono, eccome si arrendono. Guarda Pertini che fa roteare la sua pipa e dice: ‘Non ci prendono più’. Poi la dolce voce di Martellini, il nostro amico Nando, esce dalla nostra tv e da milioni di case con il suo ‘Campioni del Mondo, Campioni del Mondo, Campioni del Mondo’. Sandro Pertini, il nostro presidente buono, abbraccia il suo giovane amico, re Juan Carlos. Delirio azzurro, cortei in Italia e di tutti gli italiani nel mondo. Quella sera siamo tutti re. Io, prima ancora di sentire il ct ai microfoni Rai, faccio il titolo: ‘Bearzot in trionfo ha pianto di gioia’. Quella sera, caro vecio Enzo, abbiamo pianto in tanti. Di gioia”.
Per approfondire guarda anche l'intervista a Germano Bovolenta
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