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La favola del Delta Porto Tolle finisce qui

Un dramma sportivo per la miglior squadra di calcio polesana

PORTO TOLLE - La rinuncia della famiglia Visentini è cosa certa. "Abbiamo appreso da una nota scritta da parte della società Delta Porto Tolle che il club non iscriverà la squadra al prossimo campionato di Serie Dquesto l’esordio del primo cittadino Roberto PizzoliQuindi devo dare questa triste notizia; inutile negare che è un enorme dispiacere e un dolore sportivo per tutto quello che il Delta Porto Tolle ha dato al nostro territorio nel corso degli anni, portando il nome in giro per l’Italia".

Molte delle proposte offerte non sono andate a buon fine, come ha dichiarato il sindaco Pizzoli. Inutili sono stati i tentativi di dialogo da parte dell’amministrazione fatti d’incontri e di colloqui con la presidenza. "Mi auguro che la famiglia Visentini possa cambiare idea nei prossimi giorni o almeno che possa salvare il titolo sportivo della società che rischia di sparire – conclude Pizzoli. Le scelte che ognuno fa vanno rispettate, senza dubbio però rimane un grande rammarico. Alla società va riconosciuto quanto di straordinario è stato fatto nel corso degli anni”.

L’addio certo del Delta Porto Tolle alla Serie D rappresenta la dipartita della miglior squadra polesana degli anni Duemila. Già, perché nessuno negli ultimi vent’anni (e non solo) è riuscito ad eguagliare i risultati della compagine di Mario e Lorenza Visentini: vedi la vittoria del campionato di D 2012-13 e la conseguente promozione in Lega Pro Seconda Divisione, con la permanenza nei professionisti vanificata soltanto dalla riforma dei campionati che cadde proprio in quella stagione (con ben 9 retrocessioni).

Parliamo dunque di un dramma sportivo, in primis per Porto Tolle ma anche per tutto il calcio del Polesine. Ma forse, venuto meno l’entusiasmo di un tempo, si può rimproverare poco al presidente Visentini, che dal suo arrivo nel 2006-07 ha costruito un giocattolo perfetto (sempre guidato in quegli anni d’oro da Fabrizio Zuccarin, il Ferguson del Polesine), tanto da sfidare a testa alta in piazze storiche come Venezia, Spal, Mantova e tante altre.

La storia

Il progetto di riunire sotto un’unica sigla le realtà calcistiche di Porto Tolle (Portotollese, Ca' Venier e Polesine Camerini) nasce nel 1999, dalla volontà di dirigenti come Argentino Pavanati, Damiano Banin, Piero Carnacina, l’attuale sindaco Roberto Pizzoli e Umberto Cavallari (al quale è intitolato lo stadio). I primi anni sono di assestamento, poi la scalata: trionfo nei playoff di Prima (2006-07), vittoria nei campionati di Promozione (2009-10) ed Eccellenza (2010-11, da imbattuto). L’entusiasmo è alle stelle, il pubblico trabocca.

Si affacciano il golden boy di casa Giacomo Marangon e un bomber bolognese, Enrico Gherardi, che da giocatore e allenatore farà la storia del Delta. La serie D viene affrontata di petto: secondo posto dietro al Venezia nel 2011-12 e trionfo l’anno dopo (con tanto di finale in “Poule Scudetto” nazionale), trascinato da un giovane Manuel Lazzari sulla fascia. L’impatto col professionismo è duro e il primo a pagarlo (con l’esonero dopo 13 anni in panchina) è Zuccarin. L’arrivo dell’esperto Favaretto non basta e il Delta retrocede, al termine del drammatico playout di Forlì.

Poi sarà sempre D: i primi tre anni (gli ultimi con un certo profitto, visti i podi targati Tiozzo nel 2014-15 e Parlato nel 2016-17) a Rovigo, dopo le diatribe sullo stadio tra i Visentini e il Comune, e dal 2017 col ritorno a Porto Tolle. Stagioni non facili (complici i tanti allenatori, ben 14 dopo Zuccarin), nelle quali il sogno di tornare in C è rimasto tale. E l’ultimo stentato campionato non deve aver giovato. La chiusura dello storico gruppo ultras Delta ’99, che ha seguito i biancazzurri in tutta Italia, rappresenta l’epitaffio di una splendida avventura.

E i tifosi in tutto questo dove sono? 

In paese, tifosi ed ultras auspicano un ripensamento all’ultimo da parte della società biancazzurra anche se ormai le speranze sono ridotte al lumicino. "La tifoseria portotollese è sempre presente - ha affermato il sindaco Pizzoli - è una grande famiglia: dai fondatori, da chi gestisce la società, dal primo all'ultimo tifoso, tutti cercano di portare il proprio contributo in questa storia, supportando le scelte di altri. Ovvio che il rammarico e il dispiacere si fanno sentire".

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