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ROVIGO

Italiani alle urne: si vota il 25 settembre. Ecco il pensiero dei rodigini

Dimissioni di Draghi, Camere sciolte. Campagna elettorale in piena estate. Mattarella: "I partiti collaborino"

ROVIGO - Dimissioni ufficializzate, governo in carica per gli affari correnti (e decreti urgenti) e scioglimento delle Camere da parte del presidente Sergio Mattarella. Si voterà il prossimo 25 settembre come certificato dal Cdm. E non sarà l’ultima riunione a Palazzo Chigi del premier uscente Mario Draghi: perché il perimetro entro il quale dovrà svolgere il disbrigo degli affari correnti, sarà molto più ampio della prassi consolidata.

Il motivo lo ha spiegato direttamente il Capo dello Stato: “È noto che il governo” dimissionario “incontra limitazioni nella sua attività”, ma comunque “dispone di strumenti per intervenire sulle esigenze presenti e su quelle che si presenteranno nei mesi che intercorrono tra la decisione di oggi e l’insediamento del nuovo governo che sarà determinato dal voto degli elettori”.

Il presidente della Repubblica non usa giri di parole: “Ho il dovere di sottolineare che il periodo che attraversiamo non consente pause negli interventi indispensabili per contrastare gli effetti della crisi economica e sociale e, in particolare, dell’aumento dell’inflazione che, causata soprattutto dal costo dell’energia e dei prodotti alimentari, comporta pesanti conseguenze per le famiglie e per le imprese”.

In sintesi, quel nuovo decreto Aiuti da oltre 10 miliardi di euro che Draghi avrebbe voluto approvare, non finirà nel cassetto a prendere polvere. Nel testo ci sono misure importanti di contrasto all’inflazione, per mitigare gli effetti della nuova ondata di rincari sulle bollette, i primi interventi per alleviare i danni della siccità sull’agricoltura, altre semplificazioni per lo sviluppo delle fonti rinnovabili. “Interventi indispensabili” per “fare fronte alle difficoltà economiche e alle loro ricadute sociali, soprattutto per quanto riguarda i nostri concittadini in condizioni più deboli - sono le parole di Mattarella - Indispensabili per contenere gli effetti della guerra della Russia contro l’Ucraina sul piano della sicurezza dell’Europa e del nostro Paese. Indispensabili per la sempre più necessaria collaborazione a livello europeo e internazionale”.

Ma per centrare almeno questi obiettivi serve responsabilità delle forze politiche. Ecco perché l’appello è a tutti e ciascuno: “Mi auguro che, pur nell’intensa, e a volte acuta, dialettica della campagna elettorale, vi sia, da parte di tutti, un contributo costruttivo, riguardo agli aspetti che ho indicato; nell’interesse superiore dell’Italia”.

La situazione è complicata. La mossa dell’Ungheria ne è una prova concreta: il ministro degli Esteri, Peter Szijjarto, è volato a Mosca per chiudere l’acquisto di altri 700 milioni di metri cubi di gas naturale, in aggiunta agli accordi già sottoscritti. Non proprio una bella notizia per chi - come l’Italia - ancora aspetta segnali distensivi da Gazprom sulla riattivazione del gasdotto Nord Stream 1, che sta rallentando le operazioni di stoccaggio in vista dell’inverno. Sono questi i pensieri più foschi che agitano le giornate delle alte cariche istituzionali.

Finché non ci saranno una maggioranza e un governo nuovo, però, si andrà avanti con Draghi. Che in aula, alla Camera, prima di annunciare l’intenzione di salire al Colle per dimettersi prende il lungo applauso di almeno metà dell’emiciclo, che scioglie anche il suo solito aplomb concedendosi una battuta: “Vi ringrazio di questo... anche il cuore dei banchieri a volte viene usato”.

La giornata di giovedì si è chiusa ancora con Draghi, che nel Consiglio dei ministri convocato per stabilire la data delle elezioni ricorda ai ministri che “dobbiamo far fronte alle emergenze legate alla pandemia, alla guerra, all’inflazione e al costo dell’energia” e “dobbiamo portare avanti l’implementazione del Pnrr, anche per favorire il lavoro del governo che ci succederà. Ci sarà tempo per i saluti, ora rimettiamoci al lavoro”. E ora la domanda ai cittadini, chiamati al voto il 25 settembre: avete fiducia nel Parlamento? 

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