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LA GRANDE SICCITA’

“Agricoltura in forte difficoltà. Servono interventi strutturali"

Ma la soluzione più temuta è il razionamento dell'acqua

"Le aziende non posso resistere a lungo"

ROVIGO - Il Polesine è stretto nella morsa di una crisi idrica senza precedenti. Pur essendo in una terra compresa tra i due più grandi fiumi d’Italia, la siccità e l’assenza di acque dolci preoccupano e fanno paura. E i cittadini pensano non soltanto all’ipotesi di dover cambiare le abitudini di tutti i giorni, ma anche che siano necessari degli interventi nazionali e internazionali per cercare di arginare un problema dal quale non si può più tornare indietro.

Del resto, il cuneo salino è ormai risalito per decine di chilometri nei rami del Po, provocando problemi di approvvigionamento alla rete acquedottistica della parte più occidentale della nostra provincia e arrivando ormai quasi a lambire la centrale di Corbola. La Regione non esclude l’utilizzo di autobotti per rifornire le utenze private. E la preoccupazione, comprensibilmente, è molto forte.

“Quello che stiamo vedendo - commenta Maurizio - è un fenomeno che ha delle cause globali che devono essere risolte. Sappiamo di come il cuneo salino stia risalendo le acque dolci del Po e ciò, di certo, va ad intaccare le attività produttive, in particolar modo agricole. Se continua così, dovremo cambiare le nostre abitudini non solo nel breve periodo, stando attenti sempre più a quanta acqua consumare”.

Anche Giorgia pensa che sia importante pensare alle azioni nella vita di tutti i giorni: “Dobbiamo cambiare abitudini, c’è poco da fare. La situazione è difficile e dobbiamo essere in grado di accettare le conseguenze delle nostre azioni”. Questo significa cercare di chiudere il rubinetto mentre ci si lava i denti, non lavare la propria automobile, non annaffiare ogni giorno i prati e le piante. Intanto gli agricoltori stanno perdendo i raccolti: si sta seccando tutto.

“Bisognerebbe iniziare a ragionare - dice Beppe - in maniera più ampia, cercando di arginare la dispersione delle acque che ancora riguarda il territorio. Se continua così, arriveremo di certo anche al razionamento dell’acqua, come sta già iniziando ad accadere in altre province. E’ una situazione preoccupante quella che stiamo vivendo e sembra quasi paradossale se pensiamo di vivere in una terra tra due fiumi”.

Giovanni conclude: “Il mio pensiero va in primis a chi vive di agricoltura, che sta affrontando una situazione di grave difficoltà. Non si è mai investito nei bacini idrici, come invece è stato fatto in altri Paesi nel mondo. Al di là delle nostre azioni quotidiane, servono interventi politici seri per difendere il territorio da questa situazione”.

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