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ROVIGO

Elia Faggion, un telecronista polesano a Sky Sport

Ha solo 25 anni ma già commenta la Seria A. Il suo debutto? Le partite dei dilettanti della provincia rodigina

ROVIGO - Dalla Coppa Polesine di Terza Categoria alla Serie A. No, non è la parabola (mai vista) di un calciatore, bensì di colui che le partite le commenta. Parliamo del giornalista polesano (di Badia) Elia Faggion, 26 anni il prossimo dicembre, che domenica scorsa ha raccontato per la prima volta una gara della massima serie (Lecce-Empoli, finita 1-1) sulle frequenze di Sky Sport.

Così, sulle orme dei mostri sacri delle telecronache calcistiche televisive (Bruno Pizzul, Sandro Piccinini, Marco Civoli, Pierluigi Pardo, Fabio Caressa...), ora c'è anche un rodigino. Che promette di non fermarsi qui.

Faggion, un percorso niente male per un giovane cronista che, solo tre anni fa, raccontava sui canali della tv locale Prima Free la finale della coppa di Terza Ficarolese Nuova Audace Bagnolo...

"La cosa che mi rende più orgoglioso è aver commentato partite in ogni categoria, dalla Terza alla A, passando per le giovanili. Il cerchio non è chiuso, perché si può sempre migliorare, ma posso dire di aver completato un percorso. E penso sia un record".

Come ha fatto così giovane?

"Sono partito a 17 anni a Delta Radio con Salvatore Binatti, per poi commentare le gare di Promozione del Castelbaldo Masi su Prima Free. A seguire ho fatto alcuni corsi specifici, fino a farmi notare e ad arrivare ad Eleven Sport, con cui ho commentato tante gare di Serie C. Infine il sogno: l'approdo a Sky nel settembre 2021. Sento questa azienda come casa mia. Telecronache di gare di Serie B, Bundesliga, Ligue 1. E poi la nostra A. Che emozione commentare le reti di Parisi e Strefezza in Lecce-Empoli".

Il suo segreto?

"Non sono mai stato il più dotato o talentuoso. A 16 anni sono andato pure dal logopedista, ho dovuto fare corsi di dizione e procacciarmi le prime telecronache. Ma ho sempre avuto fame. E l'appoggio di mamma e papà, sebbene l’ambito lavorativo familiare non sia affatto calcistico, bensì agricolo. Certo, la palestra sui nostri stadi polesani è stata fondamentale. Fare la telecronaca di un match dilettantistico è molto più difficile che in A, non ci sono statistiche e quasi mai si conoscono i giocatori".

È il primo telecronista polesano a commentare partite di A?

"Non vorrei sbagliarmi, ma credo di sì. I nonni di Pardo erano polesani, ma lui non ha mai avuto legami col nostro territorio".

Qual è il suo telecronista preferito?

"Da piccolo mi piaceva Caressa, avevo imparato a memoria le sue telecronache. Ora mi dicono che sono un mix tra Massimo Marianella e Riccardo Trevisani. Di certo il mio è uno ‘stile Sky', dal racconto molto ritmato, che cerca di catturare l'attenzione dello spettatore".

La prossima partita di A che commenterà?

"Sabato commenterò Chelsea-West Ham di Premier, mentre domenica seguirò Hellas Verona-Sampdoria. Ma la prossima settimana mi sono state affidate Europa League e Conference".

Il suo sogno ora?

"Intanto di continuare così. Ma da piccolo sognavo di commentare la finale dei Mondiali, con l'Italia in campo. Di più sarebbe impossibile".

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