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ROVIGO

"Zero servizi, e non c’è neanche un bar"

Quinta tappa del nostro viaggio nelle frazioni: il turno di Sant'Apollinare

SANT'APOLLINARE - Una frazione che lentamente scompare, desertificandosi di servizi ma anche di nuovi residenti. Questo l’amaro commento dei cittadini della frazione di Sant’Apollinare, alle porte della città, costretti continuamente a fare chilometri per andare in posta o portare semplicemente i bimbi a scuola.

"Da tempo segnaliamo la mancanza di un ufficio postale - commenta Elia - o meglio c’era ed è stato chiuso e mai più riaperto. Un bel disagio per chi ne ha bisogno ed è costretto sempre a sposarsi”.

Le poche attività ancora presenti hanno cercato di compensare come potevano la mancanza di alcuni sportelli. “Il sevizio postale è sparito qualche anno fa - prosegue Monica - la persona anziana che ha bisogno, quindi, deve per forza andare a Rovigo se vuole ritirare la pensione. Per il pagamento delle bollette ho installato in Bar un terminale per fare i pagamenti, ma si limita a quello, gli altri servizi, come anche solo una semplice raccomandata, devono per forza essere fatti altrove. Qui ci sono tantissime persone anziane, la mancanza di un riferimento è davvero un problema”.

Secondo i residenti la mancanza di così tanti servizi non invoglia nemmeno le famiglie a spostarsi nelle frazioni, dissanguandole lentamente. “Hanno anche chiuso l’asilo e la scuola materna - aggiunge Maurizio - di conseguenza sono sparite anche le elementari e i bambini, quei pochi che ci sono, ormai devono andare nei paesi vicini. Qui intorno non ci sono nemmeno terreni edificabili da poter usare per costruire nuove case e ampliare l’offerta immobiliare, ed il paese lentamente è morto. Tutti servizi importanti per la comunità, che sono via via spariti e, siamo convinti, non verranno mai ripristinati, sono semplicemente destinati a rimanere chiusi”.

La voglia di comunità delle piccole frazioni però rimane viva, perché nei piccoli nuclei dei paesaggi la socialità è considerato ancora il bene più prezioso. “Una volta c’era tutto, poi piano piano hanno tolto tutto. Bar, poste, macelleria, asilo e scuole, per citarne alcuni - conclude Ezio - tutte cose che fanno il paese e la sua comunità, mentre ora la gente è costretta sempre a spostarsi altrove. Ma gli anziani fanno fatica a muoversi ogni volta e si è costretti ad andare a Borsea o a Rovigo, con difficoltà nel trovare parcheggio e conseguente perdita di tanto tempo, mentre avendo uno sportello in paese questo non avverrebbe. Qui ormai non viene più a vivere nessuno, se una famiglia, soprattutto giovane, non trova i servizi primari ed è costretta ogni volta a spostarsi per fare ogni cosa desiste. Non c’è motivo di venire a vivere così distante da ogni servizio, a meno che non sia qualcuno che apprezza la vita di sola campagna e silenzio. Viviamo in un mondo in cui è indispensabile avere le cose vicine, in cui è tutto rapido, qui invece ormai non c’è proprio più niente perché è sparito nel tempo. Nemmeno un bar dove bere un caffè dopo pranzo, facendo anche una passeggiata, se non abbiamo voglia di farcelo con la moka di casa”.  

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