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ROVIGO

"Estremizzazione degli eventi meteorologici"

L'analisi del meteorologo Edoardo Ferrara sull'evoluzione climatica del Polesine

"Estremizzazione degli eventi meteorologici"

ROVIGO - Rovigo all’83esimo posto per vivibilità climatica, in uno studio che coinvolge i 108 capoluoghi d’Italia. L’analisi effettuata classifica le città in base a precisi parametri meteorologici, tra cui nebbia, nuvolosità, temperature estive, piovosità e tasso di umidità. Fattori che possono migliorare o peggiorare la vita dei residenti e che, secondo Edoardo Ferrara di 3B Meteo vedranno progressivi cambiamenti nel tempo.

"In generale si sta andando verso ciò che il mondo scientifico sta affermando da almeno 20 anni - spiega Ferrara - un estremizzazione degli eventi meteorologici. Quest’anno in particolare ce lo ha chiaramente dimostrato. In questa fase di cambiamenti ci si dovrà aspettare scarse precipitazioni, alternate a fenomeni violenti e più ristretti nel tempo, alternati a forti periodi di siccità". Proprio le precipitazioni sono parametri che influenzano lo studio, che ha evidenziato che il Polesine, nel 2021 ha visto 197 giorni senza pioggia in fasi siccitose con soli nove giorni di piogge intense.

"Nel 2022 il Veneto ha sofferto di un periodo di siccità iniziato durante l’inverno 2021 - prosegue l’esperto - ma non sono mancati fenomeni temporaleschi che hanno causato forti danni". La prospettiva futura è che questi fenomeni potranno diventare sempre più frequenti mettendo in serio pericolo la vita delle persone, come accaduto pochi giorni fa nelle Marche.

"Le testimonianze che abbiamo visto in questi giorni, dove fenomeni violenti hanno colpito altre regioni devono rappresentare un campanello di allarme di ciò che potrebbe essere e dei pericoli collegati a questi fenomeni - conferma l’esperto - questo accade perché il territorio del mediterraneo è, insieme alle zone polari, tra le aree climatiche dove i cambiamenti hanno effetti significativi".

Più nello specifico la Pianura Padana, e quindi anche il Polesine, potrà vedere dei cambiamenti importanti rispetto alle temperature estive. "Per quanto riguarda le città in generale dobbiamo aspettarci un peggioramento dell’indice climatico - aggiunge - nelle pianure e lungo la costa potrebbero aumentare le ondate di calore e anche le giornate in cui le temperature, reali e percepite, saranno maggiori. Nel caso del rodigino, come in generale in tutta la zona del Po, a giocare sulla temperatura percepita è anche il fattore del tasso di umidità. Quindi oltre ad aumentare le temperature, le estati potrebbero essere più afose, dato che l’umidità ristagna nei bassi strati. Farà, più in generale, più spesso caldo, rispetto ai periodo normali".

"E se l’aumento delle temperature - spiega l’esperto - potrebbe portare ad inverni meno rigidi, a farne la spesa sarebbe uno degli elementi distintivi del Polesine: la nebbia. Per contro vedremo inverno miti - prosegue - e questo avrà un’influenza sulla presenza della nebbia che sarà molto meno frequente rispetto al passato. Questo perché la nebbia per formarsi ha bisogno di temperature basse mentre con il caldo farà più fatica a condensarsi. Questo non significa che potrebbe sparire del tutto ma potremmo vedere meno nebbie fitte, come quelle che siamo stati abituati a vedere fino agli anni ’90, e soprattutto avranno un durata inferiore. I giorni di nebbie continue e dense, in pratica, saranno episodi rarissimi".

Il Polesine quest’estate ha vissuto anche lunghi giorni di siccità mentre oggi (finalmente) torna a vedere la pioggia. "Non abbiamo, però, ancora colmato il deficit idrico - conclude - in questi giorni sul Polesine ha piovuto in effetti, ma il problema siccità non si risolverà del tutto se scarseggeranno le piogge a monte".

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