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ROVIGO
01.10.2022 - 15:53
ROVIGO - Nasce anche in Polesine lo speciale osservatorio dedicato a lupus Italicus, grazie all’impegno dei volontari del Wwf locale. Collegato ad esso un percorso di formazione ed informazione ai cittadini, per conoscere questo intelligente ed affascinante animale, tornato nel nostro territorio dopo tantissimi anni di assenza.
"Sono qui, come Wwf, dal 1990 - racconta Eddi Boschetti, presidente della sezione di Rovigo - e mai mi sarei aspettato di dovermi occupare della conservazione del lupo in Polesine. Il suo ritorno nelle nostre zone era atteso da tempo, Wwf si occupa di questo animale dal 1970 quando in tutta la penisola ne esistevano solo 100 esemplari".
Il suo ritorno è dovuto alle tante attività fatte dall’associazione per tutelare la sua conservazione ma anche al fatto che il lupo stesso ha un’ottima capacità di adattamento all’ambiente. "È una specie molto intelligente e il fatto che la natura selvaggia italiana negli ultimi 80 anni sia cresciuta, con l’abbandono di alcuni territori, l’arrivo della copertura forestale e la riforestazione del paesaggio fluviale ha portato a condizioni adatte al suo spostamento - prosegue - come già accaduto con il tasso, la volpe e altre specie".
La presenza in Polesine del lupo è iniziata circa quattro anni fa con le prime segnalazioni. "A maggio 2021 abbiamo avuto la conferma dopo l’investimento di un esemplare in Transpolesana, all’altezza di Castelguglielmo. Ad inizio anno è nato il progetto di costituire un gruppo di lavoro su questa specie". L’osservatorio Polesano si inserisce all’interno di una rete nazionale costituita due anni fa dai volontari del Wwf con l’obiettivo, tra gli altri, di migliorare la conoscenza della specie.
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"Per la nostra area è stata attivata a gennaio 2022, con la finalità di verificare i segnali di presenza sul territorio e confluirli sul database nazionale - specifica Luca Zennaro - Abbiamo iniziato con un monitoraggio tramite video trappole per ottenere immagini e video riconducibili alla specie. Verificata la sua presenza ora il nostro obiettivo è migliorare la comunicazione verso una specie che troppo spesso è soggetta a luoghi comuni che ne danneggiano la reputazione".
Nei prossimi mesi, quindi, i volontari organizzeranno incontri con i cittadini per raccontare la specie e divulgare materiale informativo. "La presenza del lupo è ormai confermata, sia in Basso Polesine che in Alto Polesine - continua Zennaro - Ma la sua tendenza alla dispersione lo può collocare ovunque. Spesso si tratta di elementi giovani che si staccano dal branco per creare il loro nucleo familiare. Un momento della loro vita delicato perché in questa fase sono esposti a molte insidie, come investimenti ad esempio, e se si spostano da soli il rischio di mortalità è al 70%". Proprio il rischio di mortalità elevato, e la tendenza a riprodursi una volta all’anno porta la specie a crescere di numero molto lentamente non costituendo un pericolo per gli altri animali o per gli esseri umani.
"Non ci aspettiamo una grande espansione - prosegue Boschetti - perché un branco, circa 4/6 esemplari, controlla un territorio molto vasto e ha la tendenza ad autolimitarsi con precisi meccanismi". Tra le curiosità sulle abitudini del lupo locale il fatto che la preda principale sia la nutria, più facile da catturare.
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"L’arrivo di una specie, quindi, può rappresentare una forma di autoregolatore per animali che in alcuni ambienti possono fare danni - conclude - È bene sapere che il lupo convive con la presenza umana, che non corre alcun pericolo perché esso per natura fugge quando la incontra. È importante, però, evitare comportamenti che lo portino ad avvicinarsi alle case, come ad esempio abbandonare rifiuti organici fuori dalle abitazioni, e altre piccole attenzioni in caso di una convivenza già esistente".
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