VOCE
adria
21.10.2022 - 15:58
ADRIA - Anche gli inviati di guerra hanno un cuore e un’anima: si riassume in questo messaggio dall’alto valore umano prima ancor che giornalistico, politico e storico, di Toni Capuozzo per anni volto noto del Tg5 e testimone in molti teatri di guerra in giro per il mondo.
Una confessione, prima ancora che una riflessione, per fare un bilancio della propria esperienza professionale per ricordare, anzi gridare con rabbia, “le tante vittime civili, innocenti, spesso bambini, che ogni guerra lascia dietro di sé. Perché - ho sottolineato con forza - non ci sono ‘bombe intelligenti’: tutte provocano morti e distruzione. L’unico modo intelligente nell’usare le bombe è quello di non lanciarle”. Ed ha ricordato uno degli episodi della propria esperienza professionale che più lo hanno provato moralmente. “Attacco all’aeroporto militare di Belgrado da parte della Nato, metà degli anni Novanta - ha raccontato con un filo voce quasi spezzata dalla commozione - Le bombe lanciate nell’area militare, ma le schegge vanno ovunque, nessuno le può telecomandare. E un tragico destino vuole che una scheggia oltrepassi la recinzione, vada oltre al strada che circonda l’area militare, vada a rompere la finestra di un’abitazione dove si trova il bagno e in bagno in quel momento c’è una ragazzina. Viene colpita e muore dissanguata prima che arrivino i soccorsi”.
Ed ha aggiunto: “Non sono andato al funerale non per il dolore, ma perché provavo vergogna. Alcuni anni dopo ho trovato la forza per andare a bussare a quella famiglia, ho spiegato la mia vergogna, mi hanno capito e accolto in casa. Nel frattempo era nata un’altra bambina alla quale hanno dato lo stesso nome di quella uccisa dalla ‘bomba intelligente’. Questa è la guerra, sono le guerre che ho vissuto in prima persona e che ho cercato di raccontare nei servizi televisivi e nei libri”.
Questa storia e altre storie simili sono nei due libri “Balcania, ultima guerra europea” e “Giorni di guerra” al centro della conferenza dell’altra sera al teatro Ferrini completamente gremito. Presenti anche numerose autorità del mondo politico, istituzionale, economico e sociale: dal senatore Bartolomeo Amidei a Mauro Giuriolo presidente di BancAdria Colli Euganei, oltre a una rappresentanza dei Carabinieri con il comandante di stazione Paolo Colucci e il maresciallo Marco Potenza.
L’incontro è stato organizzato da Atrium. Nell’aprire i lavori il presidente Stefano Baccara ha presentato le finalità dell’associazione e si è detto felice ed emozionato nel vedere una così larga partecipazione. Da parte sua Patrizia Osti ha presentato gli ospiti e introdotto l’argomento. La serata è stata guidata dal direttore de “La Voce di Rovigo” Pierfrancesco Bellini che ha focalizzato l’attenzione sui principali temi dell’attualità. In particolare la madre di tutte le domande dal 24 febbraio scorso in avanti: “La guerra Russia-Ucraina si poteva evitare? E come venirne fuori?”.
Capuozzo ha ripercorso brevemente la storia dei rapporti tra i due Paesi e non si è fermato alla facile e comoda semplificazione del buono e del cattivo, pur riconoscendo che c’è stato un aggressore e un aggredito. “Per molti aspetti - ha affermato - è una guerra civile perché si tratta di popoli con alcuni caratteristiche diverse ma con tanti elementi comuni, anche se è un dato di fatto, non solo per l’Ucraina, che la Russia è da sempre un vicino scomodo”. Quindi ha osservato che “la guerra si sta combattendo in Donbass e dintorni, con tutto il suo carico di vittime, distruzioni e catastrofi, ma il vero braccio di ferro è tra Usa e Cina, in subordine tra Usa e Russia”.
E ha lanciato un ammonimento: “Credo sia illusorio pensare che eliminando Putin, non del tutto impossibile, venga rimosso l’ostacolo, basti pensare a quello che è successo in Libia eliminando Gheddafi e in Iraq una volta rimosso Saddam”.
Ma sulla guerra in Ucraina ha lanciato un severo rimprovero all’Italia. “E’ stato sbagliato mandare armi perché così l’Italia si è schierata e non potrà essere un interlocutore credibile. Non ci sono più i De Gasperi, Moro, Andreotti, Craxi, Spadolini che sapevano stare nella Nato e uniti agli Usa ma senza accettare passivamente gli ordini. L’Italia in questa circostanza ha tradito la propria storia e tradizione diplomatica perdendo la grande occasione di essere protagonista della pace. Oggi l’unico che parla seriamente di pace è Papa Francesco”.
Ed ha concluso con un chicca. Ricordando qualche sua amicizia polesana ha parlato del “viaggio a Medjugorje con un gruppo di Badia. Una sola persona disse di aver visto la Madonna: era il segretario di sezione del Partito comunista”.
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