VOCE
ROVIGO
25.10.2022 - 10:30
ROVIGO - Oggi è il giorno del Marti franco, l’atto finale e più atteso della fiera e dell’Ottobre rodigino. Inutile dire che, come da tradizione, sono tantissime le persone attese in città, come del resto avvenuto anche nei giorni scorsi, per un giro fra le bancarelle o alle giostre.
La storia del Marti franco, del resto, è parte integrante da secoli della vita di Rovigo. L’istituzione della fiera risale al 1482, per la precisione al 12 agosto, al giorno esatto in cui Rovigo passò sotto il dominio della Serenissima Repubblica di Venezia. Per intenderci, l’America sarebbe stata scoperta solo dieci anni dopo!
La fiera di Rovigo fu per molti secoli una delle più importanti del Veneto. Il terreno del Polesine, paludoso e basso, ricco quindi di pascoli, era del resto ideale per l’allevamento soprattutto di bovini e cavalli, che si imponevano sul mercato per le razze selezionate.
La data d’inizio venne più volte spostata per favorire la città, il territorio e i mercanti veneziani, ma soprattutto per permettere ai contadini di coltivare in tempo i loro prodotti.
Nel 1483 il Doge Agostino Barbarico (Barbarigo) concesse, su richiesta della comunità di Rovigo, di spostare la data della fiera dagli otto giorni a cavallo dell’Assunzione agli otto giorni a cavallo di San Francesco, per consentire ai contadini e ai mercanti di produrre in tempo le loro merci.
Un secolo dopo, nel 1595, la data della fiera fu infine fissata al 20 ottobre. Le “botteghe”, che nel corso degli anni si sono trasformate nelle bancarelle di oggi, erano in mezzo alla piazza e sotto i portici, mentre il mercato di bovini ed equini avveniva nel prato della fiera fuori porta San Francesco. I vitelli venivano invece esposti su barche ferme in Adigetto. E già allora gli espositori pagavano una “gabella” - l’occupazione del suolo pubblico di oggi - per gli spazi occupati, i cui introiti venivano poi utilizzati dalla municipalità per opere di pubblica utilità. Le manifestazioni legate all’opera musicale (in particolare la lirica) andavano invece in scena al Teatro Lavezzo (ora Sociale).
E arriviamo al Marti franco. Nel 1669, proprio per favorire il commercio del bestiame, fu istituito il “mercato franco”, che per molti anni si svolse - diventando a sua volta una tradizione - l’ultimo martedì di ogni mese. In pratica era un martedì senza dazi né gabelle. E dal 1822 l’appuntamento venne limitato al primo martedì di fiera, appunto, il “Marti franco” di oggi. Regola vuole che il “Marti franco”, sia fissato il primo martedì dopo il 20 ottobre. Allora come oggi.
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