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SPARI IN CLASSE A ROVIGO

"Cellulari in classe, ora basta!"

Dopo il clamoroso episodio accaduto in città, ecco la proposta dell'assessore Elena Donazzan

Cellulari vietati in classe, scatta la polemica

ROVIGO - L’assessore all’istruzione della Regione Veneto Elena Donazzan interviene sulla vicenda della professoressa colpita con una pistola ad aria compressa e filmata in classe.

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Una vicenda che ha colpito molto non solo l’opinione pubblica, quella accaduta in un istituto superiore del capoluogo polesano dove alcuni ragazzi, all’interno della loro aula, hanno sparato con una pistola ad aria compressa alla professoressa seduta alla cattedra, colpendola alla testa. Il tutto filmato con un telefonino.

“E’ incredibile. Sono sconvolta soprattutto dall’omertà e dalla complicità di tutti gli altri ragazzi - spiega l’assessore regionale - Non c’è solo un colpevole di questo grave dileggio all’insegnante perché dal video si capisce che tutto è preordinato e costruito e questo è sicuramente l’aspetto più grave. Si è trattato di un atto premeditato e costruito e non di una bravata. Il tutto è stato pensato e messo in atto dal gruppo”.

L’assessore Donazzan, interviene poi sull’uso del telefono cellulare all’interno della scuola. “Ero già intervenuta più volte su come il telefonino in classe sia assolutamente diseducativo - continua - Non è una cosa di mia competenza ma è il ministero che può decidere su questo argomento e in passato aveva addirittura approvato il suo utilizzo ai soli fini didattici. E’ ora di dire basta al telefono in classe. Si deve tornare al più presto al rispetto del luogo, del tempo e delle persone”.

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Al di là della follia e della gravità del gesto, ad impressionare nel video sono effettivamente gli altri ragazzi che ridono quando l’insegnante viene colpita e la premeditazione nel posizionare anticipatamente il telefono per poter riprendere l’intera scena. Certo i provvedimenti disciplinari sono indispensabili, ma è forse giunto il momento di fermarsi un attimo a riflettere dell’importanza non solo dell’istituzione scolastica, ma anche e soprattutto della necessita della presenza delle famiglie: primo nucleo sociale deputato all’educazione dei ragazzi”.

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