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Spari contro la prof, il caso a "La vita in diretta"

Durante la trasmissione di Rai 1 emergono nuovi particolari: cinque spari e indagini in questura

Spari contro la prof, il caso a "La vita in diretta"

ROVIGO - Cinque pallini sparati contro la professoressa del Viola Marchesini. Uno alla testa, uno all’arcata sopraccigliare, uno al ginocchio e due andati a vuoto. Si arricchisce di nuovi particolari l’aggressione alla docente commessa in una classe dell’Itis da alcuni ragazzini di una classe prima.

Per loro anche la possibilità di un provvedimento della questura, nello specifico un ammonimento del questore di Rovigo. Ma per questo provvedimento occorrerà verificare la sussistenza della premeditazione, che il fatto, quindi, era stato pianificato. Cosa che appare probabile visto che i ragazzini coinvolti avevano compiti diversi: portare in classe la pistola, filmare, sparare.

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Il caso è stato trattato su Rai 1 dalla trasmissione La Vira in diretta, nel pomeriggio di giovedì 27 ottobre. Nel programma sono stati ripercorsi i tratti salienti della vicenda. Ci sono state le dichiarazioni della preside Isabella Sgarbi, e le parole di alcuni studenti dell’Itis. E sono stati loro a dire che “tutta la classe sapeva quel che sarebbe successo. Sono stati sparati cinque colpi”. E sono stati poi gli stessi ragazzi ad assumersi la responsabilità dell’accaduto, a cominciare dal giovane che ha sparato con la pistola ad aria compressa.

La preside Isabella Sgarbi ha parlato di “azione concertata. Un’offesa alla dignità della persona. Non c’è stato il rispetto di alcuna regola. Il tutto era organizzato. La professoressa sta molto male, ancora sotto choc”. Altri ragazzi hanno parlato di “fatto grave, da punire”. E ancora: “Un atto pianificato. Con una prof severa non l’avrebbero fatto”.

La ragazzina presente in una classe a fianco di quella in cui è avvenuta l’aggressione: “La prof stava finendo la lezione, poi l’abbiamo sentita piangere. Chi ha sparato forse era stato incitato. Poi il colpevole si è autodenunciato. Intanto il video in pochi minuti ce l’avevano tutti gli studenti della scuola”.

Dichiarazioni che sembrerebbero far sfumare l’ipotesi di un atto di bullismo, la stessa preside non ha escluso possibili costringimenti esterni. E non è esclusa nemmeno l’ipotesi di una sfida lanciata per testare una sorta di coraggio nel fare una stupida, e pericolosa, bravata. “Certo - ha spiegato - stiamo battendo tutte le piste per spiegare quello che è successo. Il ragazzino ha fornito varie versioni. Probabile che la sua sia stata una sorta di sfida per dimostrare qualcosa, o per farsi accettare da altri compagni. Non propendo per il bullismo. C’è poi il caso che non ci sia alcuna spiegazione logica, e che alla base ci sia solo l’inutilità di un gesto stupido e grave”.

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Intanto gli alunni inizieranno un confronto con la psicologa per cercare di prendere coscienza di quanto avvenuto e incamminarsi in un percorso rieducativo.

Al programma, in studio hanno partecipato anche alcuni ospiti, di varia umanità. Il celebre cantante Albano: “Quei giovani hanno voluto anticipare una specie di carnevale che non si addice alla nostra Italia. L’umanità che strada sta prendendo? I ragazzi che strade prendono?”. Manuel Bortuzzo: “I giovani sui social cercano di diventare virali sui social, hanno pensato che con un video così forte sarebbero stati riconosciuti. Assurdo”.

Barbara Alberti: “E’ accaduta una cosa gravissima. Ma questi sono anche figli del nostro tempo, si parla di guerra tutto il giorno. E poi la follia del fare per essere visti, di finire sui social. E c’è anche eccessiva permissività, che dimostra immoralità degli adulti”. E ancora: “I social possono fare gran male se utilizzati male. Ma non è colpa dei social, ma del processo che ha portato i ragazzini ad un simile gesto”.

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