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Come nasce un bullo, parola di Andrea Franzoso

Lo scrittore di Cavarzere presenta la sua terza opera al "Cipriani": circa 200 studenti in silenzio ad ascoltare l’autore della vera storia di Daniel Zaccaro

ADRIA – Non si nasce bulli, bulli si diventa. E si diventa quando un giovane, ragazza o ragazzo, si sente invisibile, non considerato, non valorizzato, non ascoltato in famiglia, nella scuola, più in generale nella società e nelle relazioni sociali, anche con i coetanei.

I bulli non sono la peggio gioventù. Spesso, quasi sempre, sono ragazze e ragazzi più intelligenti della media, con una profonda sensibilità, con una forte carica di creatività che li rendono insofferenti non tanto alle regole quanto all’ipocrisia che spesso regola i rapporti sociali. Intelligenza, sensibilità e creatività represse in un mondo nel quale l’essere viene soffocato da un apparire esasperato.

Questo il messaggio lanciato da Andrea Franzoso arrivato in città per presentare il libro “Ero un bullo – La vera storia di Daniel Zaccaro” edito da DeAgostini incontrando alcune scolaresche dell’alberghiero Cipriani. L’autore è stato accolto dalla dirigente scolastica Lorenza Fogagnolo insieme alle docenti Anita Beltrame e Lia Novo che hanno promosso l’iniziativa coinvolgendo le classi 2°A, 2°B, 2°D, 4°A accoglienza, 3°B, 4°A e 4°B enogastronomia con circa 200 studenti.

Andrea ha parlato per quasi due ore nell’auditorium Saccenti gremito di studenti che hanno ascoltato in religioso silenzio, non volava una mosca, hanno solo interrotto con gli applausi. Andrea non è stato un fiume in piena, ma un vero e proprio uragano con tutta la sua carica di passione, a tratti quasi con rabbia.

Ha parlato con il cuore e i ragazzi hanno aperto il loro cuore perché hanno sentito che le sue parole erano pienamente sintonizzate con i loro pensieri, stati d’animo, paure e speranze. Gli studenti avevano già letto il libro, quindi conoscevano la storia di Daniel “un ragazzo che si era perso – ha ricordato Andrea - ma è stato riportato alla vita da persone che non lo hanno giudicato, ma hanno creduto in lui, hanno scommesso su di lui prima di tutto dandogli quella responsabilità e quella fiducia che prima non aveva mai avuto”. Lo stesso Daniel arriva a dire “Ho incontrato adulti credibili che hanno meritato il mio rispetto”.

Quegli adulti, dai genitori agli educatori, che insegnano con l’esempio, con la pazienza, con l’ascolto. Quegli adulti che non salgono in cattedra, si mettono a fianco del giovane: dal brigadiere del carcere alla psicologa, dall’insegnante di lettere in pensione che lo porta a leggere la “Divina commedia” al giudice che aveva inflitto severe condanne a Daniel e poi si commuove quando lo abbraccia nel giorno della laurea.

Sì, perché Daniel che a scuola faceva solo presenza e terrorizzava i compagni, che odiava i libri, che all’età di 16 anni non ha messo più piede in aula, incontrando “adulti credibili” si è appassionato ai libri fino ad arrivare alla laurea in pochissimo tempo. E meritarsi uno spazio nelle cronache milanesi dei quotidiani.

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“Quando ho visto la foto di questa festa di laurea - confessa Andrea - ho pensato che il giornalista non avesse di meglio per riempire la pagina, ma appena letto il breve articolo ho subito intuito che si trattava di una grande storia. Stavo preparando un libro, in accordo con l’editore ho abbandonato quel progetto per tuffarmi in questa storia”. Il successo editoriale è stato straordinario, per diverse settimane il libro è stato nella classifica dei top ten dei più venduti, nonostante il silenzio dei grandi mezzi di comunicazione. Ma soprattutto la grande soddisfazione per Andrea è trovarsi ogni giorno davanti a centinaia di studenti di tutte le età, di tutti gli ordini scolastici. Senza dimenticare i tantissimi apprezzamenti quotidiani che riceve sulla propria pagina Fb, in modo particolare da genitori e insegnanti.

L’autore ha concluso l’incontro citando un passo di una delle tante lettere ricevute il giorno della laurea. “Caro Daniel – lo ammonisce la psicologa Anna – So che sei stato e sei ancora un esempio per molti… Ogni tanto guardati indietro e ricordati che sei umano, non perfetto”.

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