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ROVIGO

Gabbris Ferrari, il museo entra in scena

Ai Grandi Fiumi esposte opere e bozzetti dell’artista

ROVIGO - Il museo dei Grandi Fiumi celebra il lavoro di colui che ha dato vita e colore alle sue stanze con la mostra “Il museo in scena. Disegni e bozzetti di Gabbris Ferrari”.

“La fondazione ha voluto questa mostra per conservare, diffondere e restituire alla città la ricchezza artistica delle opere di Ferrari”, ha specificato Giorgio Lazzarini, presidente della fondazione Banca del Monte di Rovigo. Circa trenta delle opere esposte, infatti, sono parte della donazione alla fondazione, da parte della moglie del compianto maestro. “Con questa mostra abbiamo anche voluto assolvere un debito di riconoscenza che la fondazione sentiva di avere verso Gabbris, che in diverse occasioni ha prestato sua collaborazione e consulenza artistica. Per chi lo ha conosciuto e ha lavorato con lui oggi è come riportarlo a casa. Nessun altro luogo poteva essere adatto a raccogliere le sue opere”.

Obiettivo della mostra è anche parlare ai giovani, affinché la passione che Ferrari ha messo nel territorio possa essere da esempio. “Questa mostra è parte di un progetto di valorizzazione, che passa attraverso atti che permettano di riflettere sull'identità dei luoghi - ha aggiunto Roberto Tovo, vicesindaco e assessore alla cultura - Il maestro non solo è padre del museo ma ha lasciato un segno indelebile nel vissuto della città. La collocazione delle sue opere è quindi un riconoscimento ma anche un modo per comprendere il percorso espositivo stesso del museo”.

Una sala che rende tributo all'aspetto creativo della mente di Ferrari, e alla sua capacità di mettere su carta ciò che la sua mente creava. “Questi disegni rappresentano non solo l'aspetto artistico ma la sua capacità di realizzare, dalla mente alla mano - ha aggiunto Claudia Biasissi, allestitore della mostra - Gabbris pensava a come realizzare le stanze attraverso un rapporto immersivo. Nella collezione ci sono anche bozzetti di sezioni mai realizzate, ma che raccontano come era stato pensato il museo e come rappresentava il territorio”.

Un museo che nasce e che cresce anche grazie al contributo di Raffaele Peretto, già direttore del museo civico dal 1979 al 2007. “Lo spirito creativo di Gabbris anche oggi è presente e forte - ha concluso - Una figura che ha dato tanto e, con le sue capacità artistiche, ha valorizzato la struttura museale e la storia del nostro territorio”.

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