VOCE
adria
22.11.2022 - 12:45
ADRIA - “Siamo popoli diversi e divisi, ma dobbiamo procedere come una comunità che condivide lo stesso destino”: con queste parole nel luglio 2020 Angela Merkel convinse il Bundestag ad approvare gli aiuti all’Italia per far fronte ai danni provocati dalla pandemia.
Parole che suonano come una chiara rivincita di Giuseppe Mazzini che già nel 1834, non solo in anticipo sui tempi ma andando in controtendenza con la storia, aveva fondato quella Giovine Europa quale strumento per i popoli europei a condividere lo stesso destino.
Citando l’ex cancelliera tedesca Gilberto Muraro, attuale presidente della Fondazione Cariparo, ha concluso quella che è stata una vera e propria lectio magistralis sull’attualità del pensiero mazziniano a 150 anni dalla scomparsa del grande patriota. Una ricorrenza, quelle del 10 marzo scorso, passata pressoché in sordina, quasi nell’indifferenza generale del mondo culturale-accademico e ancor più della classe politica.
Ma non finisce qui. “Un’altra rivincita di Mazzini - ricorda Muraro - sta nel modo in cui l’Italia ha saputo reagire di fronte alla pandemia: è stato il Paese che ha pagato di più in termini di vite umane, ma nel momento della difficoltà ha saputo ritrovare unità, ha saputo reagire insieme, ha saputo trovare le energie per rialzarsi. Una reazione che colpì l’Europa, sempre scettica verso gli italiani, e fu determinante per approvare, nonostante le forti riserve di alcuni Paesi nordici, il grande pacchetto di aiuti finanziari del Pnrr”.
Puntualizza Muraro: “Questa reazione di fronte alla pandemia trova un fondamento morale prima ancora che culturale nel pensiero di Mazzini quando predicava che l’unità d’Italia e l’instaurazione della democrazia dovevano avvenire attraverso un processo di partecipazione popolare attraverso l’educazione”.
L’ex rettore dell’università di Padova è intervenuto ieri pomeriggio nell’aula consiliare di palazzo Tassoni all’incontro promosso dalla biblioteca comunale con il patrocinio della città di Adria in una sala completamente gremita, con diversi assessori e consiglieri comunali. Tra i presenti anche la sindaca di Ariano Polesine Luisa Beltrame e molti insegnanti.
L’incontro è stato aperto dai saluti del sindaco Omar Barbierato, quindi Antonio Giolo, referente della biblioteca, ha introdotto l’ospite e il tema della serata. Aggiungendo un dato storico sconosciuto ai più. “Nel referendum del 19 maggio 1848 quando si doveva scegliere se aderire o meno all’idea repubblicana sull’onda delle rivoluzioni in corso, Adria - ricorda Giolo - è stata l’unica città del Polesine a scegliere il campo repubblicano. A conferma di quanto era radicata l’idea mazziniana e a testimonianza che la città etrusca ha sempre avuto la forza di saper distinguersi nel panorama provinciale e regionale”.
Sia pure sconfitto dal proprio tempo anche se la storia lo sta ripagando con tante rivincite, il pensiero di Mazzini appare a dir poco sorprendente nel chiedere l’emancipazione della donna. Nell’opuscolo “I doveri dell’uomo” del 1862, dieci anni prima della morte e che rappresenta in qualche modo il suo testamento politico-culturale, “Mazzini - osserva Muraro - parla della necessità di aprire le porte dell’educazione anche alle donne per consentire loro di uscire dallo stato di inferiorità in cui era volutamente tenuta da una società maschilista. E in questo pensiero c’è l’humus di quello che sarebbe diventato l’articolo 3 della Costituzione italiana un secolo dopo: ‘E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese’. L’educazione è sempre stata il pallino di Mazzini: per i lavoratori per prendere coscienza dei propri diritti, per le donne per superare la condizione di sottomissione. Quelle battaglie - conclude il presidente della Fondazione Cariparo - sono quanto mai attuali”.
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