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Comunità energetiche rinnovabili, tutte le proposte per le PA

Al convegno, le amministrazioni studiano le rinnovabili

Comunità energetiche rinnovabili, tutte le proposte per le PA

PORTO TOLLE - “Pubblica amministrazione verso la transizione ecologica: il futuro del risparmio tra costi fuori controllo e opportunità”. Questo il titolo di un convegno organizzato da As2 in collaborazione con Comune di Porto Tolle e Consorzio CEV, tenutosi oggi, venerdì 25 novembre presso la sala consiliare del municipio che ha richiamato molti sindaci e delegati, oltre a diversi stakeholder del territorio, tra cui l’ad di Ecoambiente Adriano Tolomei.

Tanti e qualificati gli interventi di giornata, aperta dai saluti istituzionali della consigliera regionale Laura Cestari, che ha richiamato all’importanza di “fare in modo che la sostenibilità non resti soltanto un semplice slogan, quindi no al gioco di casacche e sì a lavorare invece per il bene del territorio. I problemi connessi all’energia - queste le sue parole - non sono solo figli dell’attuale situazione internazionale, ma vengono da lontano e la Regione senza troppi proclami ha sempre lavorato a testa bassa offrendo contributi, emanando leggi sulla comunità energetica e più di recente sul fotovoltaico e utilizzato tutte le risorse possibili. Venezia insomma c’è e non da oggi, e continuerà ad esserci”.

Andrea Tasinato, presidente del Consorzio CEV, ha sottolineato che “la PA deve saper promuovere progetti incentrati al contenimento dei consumi partendo da un principio focale, ovvero che il Comune è il primo attore sociale sul territorio. Le CER sono quindi costituite e governate dall’ente locale, soggetto proponente della comunità e maggior soggetto energivoro, oltre che propositore del territorio ma anche facilitatore per eventuali investitori esterni. L’abbattimento del consumo di energia mediante nuove tecnologie non può esser inteso solo come costo, ma anche come un investimento perché nel tempo genera risparmio. Il contenimento è una scelta”.

Caterina Furfari, presidente di As2, ha posto invece l’accento su “L’identità energetica del Polesine” richiamando con forza il ruolo della società strumentale, di supporto a soci e territori, dalla fase di progettazione all’attivazione delle Cer. Il Polesine ha già dato in materia di energia, vedasi ex centrale e rigassificatore, e i nuovi giacimenti non giustificano i costi di gestione. Ecco perché - ha incalzato - occorre guardare alle fonti rinnovabili e alla transizione energetica, con la sostenibilità a fare da faro guida in questo percorso, nel quale poi risulterà fondamentale mettere in rete tra loro le varie comunità energetiche”.

Tra i contributi tecnici, Alberto Soldà, direttore del CEV, ha presentato “Il modello CEV per la costituzione delle CER” raccontando l’esperienza del Consorzio, dagli esordi partiti col monitoraggio degli impianti fotovoltaici fino al coinvolgimento attivo dei Comuni, protagonisti della CER e chiamati a fare l’investimento: “Noi ci mettiamo la faccia e ad oggi abbiamo già sottoscritto due associazioni, una a Pettorazza Grimani e una a Baone, ma altri 18 Comuni hanno deliberato il nostro modello e a breve si aggiungeranno alla lista”, la sua testimonianza.

Roberto Fazioli, professore di Economia del Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Ferrara, è invece intervenuto su “Le CER: declinazioni di sostenibilità ambientale, sociale ed economicofinanziaria” portando la questione sul piano sociale tra il ruolo di Terna, quello della Borsa Elettrica e gli aumenti delle bollette, “non certo soltanto figli della guerra in Ucraina, ma partiti già tempo indietro” e fotografando il ruolo degli enti locali austriaci, tedeschi e danesi, dove le Comunità sono ormai “realtà avviate sul modello locale, anzi rionale”.

Il sub-commissario straordinario della Presidenza del Consiglio dei Ministri per la ricostruzione sisma 2016 Gianluca Loffredo, ha portato quindi l’esperienza specifica de “Il Bando CER nelle aree del sisma dell’Italia centrale: spunti di riflessione per altre aree del territorio nazionale”: nel suo intervento, focus su quel documento che metteva a disposizione 68 milioni di euro e che ha stabilito come la risorsa per la produzione di fonti rinnovabili fosse in gestione ai Comuni, fulcro e animatori della CER stessa (concetto ribadito più volte nel corso dei lavori della mattinata).

Nicola Paiusco, dirigente Siemens, ha relazionato su “Gestione energetica di macchine e impianti, con l’obiettivo di controllo e riduzione dei consumi, tecnologia EDGE e Computing e Case history”. Paiusco riferisce: “La tecnologia da asservire all’autoconsumo esiste. I sistemi che proponiamo devono riferire alla normativa 50.001 ed è possibile contare su dashboard di Energy Management, che ci facciano comprendere come quantificare e qualificare il consumo energetico, sia che si prenda in considerazione una singola macchina che un sistema complesso. Quando si è consapevoli delle modalità di spesa energetica è poi possibile elaborare strategie per contenerla, sia per quanto riguarda l’impresa che la proprietà pubblica”.

Alberto Gerli, Smart City consultant, con “Transizione green: interventi di efficientamento per le PA per rendere le città veramente smart” è intervenuto per fare una panoramica di come dalla sharing economy di eBay si sia approdati a realtà come Udemy e JustPark. Una dimensione il cui sviluppo è stato trasformato dall’avvento della pandemia da Coronavirus, per un cambiamento di trend legati alla quotidianità.

La comunità energetica si fonda su nuovi valori quali la disponibilità di dati da analizzare per ottimizzare le proprie risorse, la possibilità di coniugare l’esperienza fisica a quella digitale, o di contare su soluzioni cosiddette smart che aiutino i membri della comunità a migliorare la propria esperienza di vita.

Conclusioni affidate al “padrone di casa”, il sindaco Roberto Pizzoli, che ha ringraziato i partner organizzatori, i presenti per la partecipazione e i relatori per il prezioso e stimolante contributo: “Come amministratore di Porto Tolle sono consapevole che è necessario fare scelte, mantenere un assetto idrogeologico come quello del territorio in cui viviamo impegna enormi quantità di energia. La mancanza di un piano energetico nazionale a medio lungo termine ha contribuito all’emergenza che stiamo vivendo. Le sfide di innovazione e transizione sono affrontabili solo potendo contare si infrastrutture ed una cabina di regia solide”.

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