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PORTO TOLLE

Il pericolo della subsidenza

Una navigazione nell'Oasi della Batteria per sensibilizzare l’opinione pubblica sugli effetti delle estrazioni

PORTO TOLLE - Una navigazione nell’Oasi della Batteria per sensibilizzare l’opinione pubblica sugli effetti delle estrazioni del passato del Delta del Po. Siamo su una delle imbarcazioni della ditta Marino Cacciatori, che ha organizzato questa visita nell’Isola della Batteria per parlare e sensibilizzare l’opinione pubblica sugli effetti delle estrazioni del passato.

L’Isola della Batteria è compresa tra i due rami terminali del Po di Pila. Tra la Busa di Tramontana, a nord, e la Busa Dritta a sud, formata dal corpo principale che deriva da una valle da pesca, da caccia e da un tratto lagunare antistante separati quasi completamente da un’arginatura. Fino agli anni '50 abitavano circa 50 famiglie che si dedicavano alla cultura del riso e alla lavorazione della canna palustre e naturalmente alla pesca.

Il termine "batteria" deriva dal fatto che questo sito era anche una postazione militare posta all’interno del villaggio che oggi vediamo abbandonato. Ci sono ruderi, case con tapparelle e bagni all’interno, a testimonianza del fatto che fino agli anni '70 erano ancora abitate, e un’idrovora che fino all’ultimo ha cercato di bonificare questo territorio che lentamente è sprofondato fino a 2 metri e in alcuni punti del comune e anche oltre. Oggi l’Isola della Batteria è riserva naturale dello Stato dal 1977.

L’abbassamento del terreno e anche la presenza di varchi creatisi nell’arginatura perimetrali ha fatto crollare l’argine di separazione della Busa di Tramontana del Po di Pila. Attualmente la proprietà dell’isola è di Veneto Agricoltura e mantiene la sua importanza di zona umida.

Stefano Cacciatori, titolare del tour operator che fa conoscere ai turisti queste zone, si è dichiarato notevolmente contrario al progetto delle trivelle nell’Adriatico: "Parlare ancora di estrazioni nel nostro territorio è offensivo per tutte quelle famiglie che sono dovute scappare e in cerca di fortuna lontano dal Delta, proprio per colpa delle alluvioni e della subsidenza".

Sulla stessa linea anche il sindaco Roberto Pizzoli che ha ribadito la sua contrarietà al progetto delle trivellazioni nell’Adriatico e ha ricordato che il consiglio comunale, all'unanimità, si è dichiarato contrario a questa ennesima violenza al fragile territorio deltino: "Bisogna conoscerlo questo territorio, bisogna viverlo per capirne la sua bellezza e le sue fragilità", ha affermato ancora il sindaco. A questo punto non ci resta che sperare che i tanti pareri contrari dei cittadini vengano ascoltati a Roma.

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