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Protezione Civile

Bottacin: "Il Veneto esempio di prevenzione"

L'assessore a Rovigo per illustrare la nuova legge

ROVIGO - La gestione dell’emergenza poggia le sue basi sulla prevenzione, ma per affrontare le criticità sono indispensabili anche strumenti efficaci. A confermarlo è Gianpaolo Bottacin, assessore regionale all’ambiente, con competenze su clima, Protezione civile e dissesto idrogeologico, presente in città per un evento-aggiornamento sulla nuova legge regionale che disciplina le attività di Protezione civile.

“Una legge non solo sull’emergenza e non solo sul volontariato - ha specificato l’assessore - perché inserisce anche le fasi di prevenzione e post emergenza, fondamentali”. Una legge che non veniva rinnovata da anni e cade a ridosso di una tragedia riaprendo il dibattito pubblico e ponendo molti interrogativi. “Quanto accaduto segna un momento di crisi delle politiche di gestione del territorio - ha commentato il prefetto Clemente Di Nuzzo - in questo contesto ciò che non siamo in grado di prevenire ricade come evento di Protezione civile. Occorre interagire tra enti, nella prevenzione, e definire le procedure per verificare eventuali inerzie del sistema. L’esperienza del Veneto è stato un valido esempio di coesione, che ha consentito una rapida messa sicurezza del territorio”. Tragedie che si ripetono perché spesso mancano strumenti adeguati e aggiornati, come nel caso di Ischia, ed un piano di emergenza straordinario non aggiornato.

“Il piano di emergenza straordinario è un piano che consente di affrontare situazioni emergenziali di ogni tipo - ha specificato Bottacin - come Veneto siamo un modello virtuoso, un riferimento nazionale. A riconoscerlo è stato lo stesso presidente Mattarella, dopo la sua visita nella regione in seguito a Vaia. Siamo diventati un riferimento sia per quanto riguarda la gestione dell’emergenza, per la previsione e prevenzione, ma anche per quanto riguarda la ricostruzione. Abbiamo avviato ben 2.500 cantieri diventando un riferimento di ricostruzione post alluvione così come è stato considerato per anni un riferimento post costruzione, dopo il terremoto, il Friuli Venezia Giulia”. Un risultato possibile grazie ai numerosi investimenti.

“Investimenti in termini di previsione e prevenzione - prosegue - come prevenzione abbiamo adottato un piano che vale tre miliardi e 200 milioni di euro di opere in difesa del suolo, ne abbiamo avviate molte per circa un miliardo di euro. Altri 410 milioni circa solo per consolidamenti arginali, bacini di laminazione e altri interventi. Il piano è ambizioso ovviamente, ma da qualche parte dovevamo partire. Abbiamo investito nelle opere principali, abbiamo fatto molto. Un miliardo di opere significa tanto ma significa anche che abbiamo ancora molto da fare. Stiamo recuperando un gap di molti anni, basti considerare che l’ultima grande opera idraulica costruita in Veneto prima del 2010 è stato il bacino di laminazione di Montebello che risale al 1926, anno in cui, si è dato avvio alla realizzazione di numerosi bacini di laminazione per scongiurare esondazioni dei fiumi”. Fondamentale ora non fermarsi, perché il futuro prevede una convivenza forzata con eventi meteo avversi e, di conseguenza, di una gestione continua delle emergenze. “Continuare con le opere - aggiunge Bottacin - come Regione Veneto siamo impegnati in questo piano ma devono fare anche amministrazioni e province. Un’opera di sinergia per garantire la sicurezza dei cittadini, ricordandoci anche che non si può costruire ovunque. In termini pianificatori quindi”. Infine puntare sempre di più sulla previsione. “E su questo rappresentiamo un’eccellenza - conclude - con Vaia abbiamo azzeccato le previsioni meteo prima e meglio rispetto a molti altri e questo ha significato salvare molte vite umane. Le previsioni hanno consentito di chiudere tutto e di evitare che le persone si trovassero in strada durante l’evento e venissero travolte dagli alberi. Siamo dotati di strumenti di cui nessuna regione in Europa è dotata, come ad esempio lo strumento Image, in collaborazione con università di Padova. Grazie ad esso siamo in grado di prevedere in anticipo di 72 ore le portare dei corsi d’acqua ed eventualmente prevedere provvedimenti. Uno strumento che può salvare delle vite, penso a quanto successo nelle Marche, dov’è molte vittime sono state trovate nelle cantine e nei garage, mentre cercavano di mettere in salvo le auto”.

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