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Rovigo

Campestrin e l'alba del Polesine

Inaugurata la sezione del museo dei Grandi Fiumi dedicata all'ambra

ROVIGO - - Il Museo dei Grandi Fiumi si arricchisce di un nuovo sezione espositiva dedicata all’ambra. Si è tenuta sabato 10 dicembre mattina l’inaugurazione del settore “Le ambre di Campestrin”, che costituirà la nuova sala d’accesso al percorso museale. Una opportunità di valorizzazione del patrimonio archeologico-culturale del nostro territorio: Campestrin di Grignano Polesine è infatti ad oggi il più antico sito di lavorazione dell’ambra baltica in tutto il Mediterraneo, testimoniando il ruolo centrale che ha ricoperto il Polesine lungo la cosiddetta “via dell’ambra”, crocevia di scambi commerciali tra il nord Europa e la Grecia oltre quattromila anni fa.

“Questa è una giornata di profonda commozione e orgoglio - ha esordito l’assessore alla cultura di Rovigo Roberto Tovo - La nuova sala costituisce uno spazio molto importante nel museo, diventandone innanzitutto il luogo d’inizio del percorso museale. Fa inoltre riferimento agli albori della storia dell’insediamento umano nel nostro Polesine, affondando le radici nella mitologia classica, con la vicenda di Fetonte, che elegge il nostro territorio a luogo centrale per la lavorazione e il commercio dell’ambra. Il mito trova conferma nei ritrovamenti degli scavi di Campestrin, le cui scoperte portate alla luce nel corso di decenni di lavoro, in modo particolare da parte di Cpssae, saranno finalmente celebrate in questo nuovo spazio”.

Come spiegato da Cristina Barbieri dell’istituto Delta, la sezione è stata finanziata con un fondo europeo di 173mila dal progetto “Historic”, volto alla valorizzazione del patrimonio culturale attraverso il programma Interreg Italia-Croazia. “Oggi il museo dei Grandi Fiumi torna a essere protagonista nel panorama culturale cittadino - ha affermato la dirigente Micaela Pattaro -. Terrei a soffermarmi sulla squadra che in questi 6 mesi ha partecipato alla realizzazione di questo progetto, ringraziando tutte le persone, oltre una quarantina, che da dietro le quinte hanno contribuito a questo sforzo in così breve tempo”.

L’allestimento del percorso, con soluzioni multimediali immersive e postazioni espositive ispirate nella colorazione alle sfumature dell’ambra, è opera dello studio di architettura Laura Bello ed è stato curato dalla ditta Space spa. Tra le curatrici anche Sara Padovani che ha diretto l’evento di inaugurazione. Il progetto scientifico dell’allestimento è stato invece curato da Paolo Bellintani, della Soprintendenza di Trento, e da Ursula Thun Hohenstein dell’università di Ferrara. “Da tempo si parlava di rilanciare il ruolo del museo in tutta la filiera del comparto archeologico, dalla ricerca, alla conservazione, alla valorizzazione - è intervenuto Bellintani -. Accoglierà infatti anche degli spazi di laboratorio, di modo che le università potranno lavorare direttamente all’interno del museo. Il patrimonio archeologico polesano - ha aggiunto - è una parte fondamentale dei beni culturali di questa provincia e il suo rilancio sul piano della ricerca diventa premessa al rilancio del comparto archeologico nell’offerta turistica, ma anche sul piano dell’identità civica e culturale del nostro territorio”. Questo fine settimana e il successivo saranno animati da numerose iniziative: per l’occasione l’ingresso al museo e le visite guidate saranno gratuite.

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