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INFRASTRUTTURE

"Lo sviluppo in Polesine riparte da qui"

La vicepresidente della Regione Elisa De Berti: "I nostri canali, una vera risorsa"

“I nostri canali, una vera risorsa: ecco come porteranno sviluppo”

La vicepresidente ed assessore alle Infrastrutture della Regione Veneto, Elisa De Berti, è evidentemente soddisfatta. Questa  mattina, 11 gennaio, per lei c’è stata una vera e propria full immersion nel Delta per illustrare un pacchetto di progetti che, messi tutti in un unico contenitore, fanno quasi girare la testa. Già, perché oltre all’attesissimo rifacimento del Ponte Rantin e all’avvio del cantiere del tratto della ciclovia VenTo che porterà dal Polesine fino a Chioggia (ne parliamo ampiamente a pagina 19), l’incontro è stato l’occasione per mettere sul tavolo l’insieme di interventi che riguarderanno la rete di navigazione interna, il cui sviluppo è fondamentale per il futuro del Polesine.

“Oggi scriviamo un nuovo capitolo del libro delle infrastrutture della nostra Regione in cui idrovie e piste ciclabili rappresentano le opere strategiche nel contesto economico, ambientale e turistico in cui verranno realizzate ”, la presentazione.

Una rete di navigazione interna con al centro il Polesine...

“Il Veneto ha una peculiarità che hanno davvero poche altre Regioni e che a Roma è sconosciuta: una rete di 450 chilometri di canali navigabili che sono una risorsa e una potenzialità da poter sfruttare. Per il territorio del Parco del Delta del Po è un’opportunità straordinaria da potere sfruttare per il turismo e per l’intero sistema economico. Non solo per il Parco e il turismo, ma per tutta la provincia grazie al trasporto su acqua. Con gli investimenti che andremo a fare potremo dare una rete navigabile senza intoppi e senza criticità da potere sfruttare”.

Oltre al Delta, nel resto del Polesine si guarda alla navigazione interna per il rapporto che il trasporto fluviale potrà avere con la nuova Zls. A partire dall’Interporto di Rovigo...

“Si tratta di una modalità di trasporto sostenibile che andrà incentivata e dovrà essere oggetto di politiche mirate. L’Interporto di Rovigo è l’unico dei quattro che ci sono in Veneto che ha tutte e tre le modalità di trasporto, acqua, gomma e ferro. E dunque ha una potenzialità di sviluppo non indifferente. Io confido che con lo sviluppo della Zls, che non va sviluppata a macchia di leopardo per potere dare al territorio uno sviluppo complessivo utilizzando l’interporto di Rovigo con tutte e tre le modalità. Sono tutti strumenti che il territorio, insieme alla Regione, deve sapere utilizzare”.

Sulla navigazione interna oltre al ponte ferroviario di Rosolina quali sono gli altri interventi che avete in animo di mettere in cantiere?

“Sulla navigazione interna abbiamo 55 milioni di interventi da realizzare, da Arquà Polesine al ponte Rantin, dal ponte di Rosolina a quello di Bagnolo di Po su cui fare la manutenzione... Poi ci sono i dragaggi da realizzare. Lo ripeto, parliamo di un investimento complessivo di 55 milioni di euro, cofinanziati con 11 milioni di risorse dell’Unione europea. A infrastrutture Venete sono stati bravi a partecipare a questo bando, e li ringrazio tutti, dal dottore Zancopè al direttore generale Fasioli a tutti i tecnici della società a partecipare a questo bando e a portare a casa questi 11 milioni di euro che vanno ad aggiungersi alle risorse già stanziate”.

Per il Polesine si preannunciano anni di cantieri...

“Certo. Ma non dobbiamo parlare solo di navigazione. Si tratta infatti di interventi diretti che vanno ad insistere sui canali ma anche sull’intero sistema della viabilità mettendo in sicurezza i ponti sia stradali che ferroviari e dunque garantendo più sicurezza all’intero territorio”.

Quindi la vedremo spesso qui in Polesine...

“Io ci conto. Davvero. Nei prossimi anni mio vedrete spesso per l’avvio dei lavori di queste opere”.

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