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ROVIGO

I familiari di Iras disperati: "Siamo allo sbando"

Ormai prevale il pessimismo tra chi ha i parenti nella struttura

Festa Nonni Iras 2019 (12)

ROVIGO - Preoccupazione ma anche rassegnazione: è lo stato d’animo dei parenti più vicini agli ospiti di Iras, in attesa di conoscere il proprio destino.

“Sono andato ad uno degli ultimi incontri, in Commenda, nonostante mia moglie sia mancata ad agosto quindi io non sia più presidente del gruppo dei familiari degli ospiti - spiega Renzo Bellinello, ex rappresentante dei familiari - il sindaco ha spiegato cosa fosse necessario fare per gestire la situazione. Quello che abbiamo chiesto, come parenti, è perché la struttura sia stata lasciata a se stessa senza tentare soluzioni alternative, come ad esempio sfruttare il bonus 110%. Ma le uniche risposte ottenuto riguardavano approvazioni che mancavano e che rendevano non possibile procedere. Sinceramente questo non cercare idee sembra, in generale, quasi una mancata volontà di risolvere i problemi”.

Secondo Bellinello agli incontri sono emersi più problemi che soluzioni. “Si era anche parlato di ristrutturare alcune aree, ormai fatiscenti, ma poi non è stato fatto nulla perché non si sapeva come spostare le persone, gli ospiti, e sembrava quindi impossibile - continua - onestamente, dopo un po’ me ne sono anche andato, tanto ormai mia moglie non c’è più e ho deciso di non parlare più”.

Coloro che hanno vissuto in prima persona tutte le problematiche di Iras, che da anni si trascina senza trovare una soluzione, ormai si dicono esausti. “Non ho più voglia di parlare delle tante cose che non andavano e che non vanno. Le ho segnalate talmente tante volte nel tempo in cui mia moglie si trovava lì - continua - più volte in passato ho chiesto figure che parlassero coi parenti, ho sollecitato interventi alla struttura, non è mai arrivato niente, adesso non ho nemmeno un motivo per insistere. Anche avere un commissario, anzi più di uno negli anni, non è servito a nulla. Servirebbe meno politica e più lavoro, ma soprattutto più senso di responsabilità, per le persone che sono li dentro e anche per i loro parenti”.

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