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ROSOLINA MARE

Residenti tra le fiamme per salvare la pineta in fiamme

In due tengono a bada il rogo in attesa dell’arrivo dei vigili del fuoco da Adria

Tra le fiamme per salvare la pineta

Eroi Renato e Antonio Veronesi

ROSOLINA - Avrebbe potuto essere un disastro ben peggiore. Perché quelle fiamme, partite da un cassonetto e che in pochi minuti sono diventate alte un paio di metri, distruggendo la paratia dell’isola ecologica di strada Sud, a Rosolina Mare, puntavano dritto verso la pineta ed erano già arrivate a minacciare i primi alberi.

Soltanto la prontezza di riflessi e il sangue freddo di un passante e di due commercianti della zona hanno impedito che l’incendio divampasse. E’ successo ieri mattina, poco prima delle 9, a Rosolina Mare.

Renato Veronesi stava passeggiando con il cane, come fa quasi ogni mattina. Mentre percorreva strada Sud, si è accorto che dall’isola ecologica a ridosso della pineta, proprio davanti all’agenzia Ponte, si erano alzate le fiamme. D’istinto, ha preso il telefono e ha chiamato il figlio Antonio, titolare del negozio di ferramenta nella vicina piazza San Giorgio. E’ stato lui, subito dopo, a chiamare i vigili del fuoco. 

Intanto, Antonio ha cercato di fare qualcosa. Dal Central Park, il ristorante pizzeria a poca distanza, una cameriera in servizio ha visto tutto, ed è riuscita ad aprire la cassetta in cui è custodita la manichetta antincendio.

Non è finita, perché la lancia va collegata a un idrante, e la colonnina rossa a mani nude proprio non ne voleva saperne di aprirsi. Così, ci si è messo Andrea Banin, piastrellista di Posa 3000, che con gli attrezzi del mestiere, martello e scalpello, è riuscito a forzare l’idrante e innestare la manichetta.

Antonio e Andrea si sono addentrati nell’isola ecologica in fiamme, facendosi coraggio in mezzo al fumo, e con la manichetta sono riusciti a tenere a bada l’incendio fino all’arrivo dei pompieri. Ai vigili del fuoco, poi, l’onere di spegnere definitivamente l’incendio e mettere in sicurezza la zona.

Senza l’intervento dei cittadini, però, poteva essere un disastro ben peggiore.

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