VOCE
l’ex ospedale psichiatrico
16.01.2023 - 21:09
I tentativi di recuperare l’area sono andati a vuoto, negli anni solo mostre e visite
ROVIGO - Da anni giace senza vita fra i campi di Granzette, ad un pugno di chilometri dal centro di Rovigo. Immerso in un parco che cela grandi possibilità di utilizzo, ma ancora in cerca di un futuro. E’ l’ex ospedale psichiatrico di Rovigo, un grande complesso edilizio chiuso da quando la legge ha imposto la chiusura di questi istituti per le cure mentali. La proprietà è dell’Ulss 5 polesana, e da anni si stanno cercando progetti per riqualificare e riutilizzare l’area. Il Comune di Rovigo mesi fa ha tentato la carta del Pnrr, pianificando una riqualificazione da 20 milioni di euro per realizzare alloggi e centri per personale medico, studenti, e nuove necessità di servizi e strutture sanitarie con servizi innovativi in un contesto di spazio aperto che però non ha trovato sbocco.
Qualche anno fa un progetto dell’azienda sanitaria aveva provato a ridare anima alle strutture di via Chiarugi, ma senza arrivare al risultato. Per alcuni mesi, poi, l’area e gli edifici avevano ospitato istallazioni e mostre (Percorsi della pazzi, Vajont, Chernobyl).
Il grande complesso era stata ideata nel primo decennio del 1900 dall’architetto Vittorio Cinque (a cui è succeduto Enrico Giovanelli), un’area composta da padiglioni in stile neoclassico disposti a raggiera, attorniati appunto da un grande parco. Il tutto racchiuso dal canale Ceresolo. Per oltre cinquant’anni, dal 1930 al 1980, la struttura è stata un ospedale psichiatrico, mentre nel 1997 è stato dismesso definitivamente.
Dopo l’entrata in vigore della legge Basaglia (era il 1978) che aboliva, di fatto, i manicomi, nessun nuovo paziente entrò dal cancello della struttura, ma furono necessari quasi vent’anni per trovare una sistemazione ai pazienti presenti, molti dei quali avevano passato quasi tutta la loro vita là dentro. Per diversi anni, poi, l’ex ospedale psichiatrico è stato utilizzato dall’Ulss come archivio cartaceo e magazzino, fino al definitivo passaggio al digitale che, abolendo la carta, ha di fatto segnato la fine di ogni possibile attività all’interno della struttura. Si tratta di un’area che copre una superficie totale di 215.737 metri quadrati, dei quali 16.388 coperti, l’ospedale psichiatrico era intitolato al re d’Italia, Vittorio Emanuele III.
Nel corso degli anni il parco dell’ex manicomio, un vero polmone verde per la città, è stato utilizzato per percorsi e visite con associazioni naturalistiche, allestimento di mostre, ma senza mai arrivare a dare un nuovo ruolo e una nuova identità all’area di via Chiarugi.
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