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“Graziati” i predoni del Po

Cade la più pesante delle accuse

“Graziati” i predoni del Po

La più pesante delle accuse, ossia quella di avere posto in essere una associazione per delinquere, è caduta. Era uno degli elementi maggiormente innovativi dell’inchiesta condotta dai carabinieri forestali di Rovigo che, nel 2020, aveva gettato luce su una organizzazione formata da romeni e ungheresi che, con basi nel Delta Polesano e Ferrarese, andava poi a colpire nei corsi d’acqua di mezza Italia.

Pescando con metodi vietati, inclusa la corrente elettrica e commercializzando poi il prodotto in spregio alle regole preposte alla sicurezza alimentare.

Erano 17 in tutto le persone che erano state indagate in prima battuta, con, a capo dell’organizzazione, secondo la ricostruzione dell’accusa, due romeni.

Nella mattinata di ieri, di fronte al giudice, l’udienza preliminare. Per l’ipotesi di associazione per delinquere è arrivato il non luogo a procedere. Hanno invece retto le ipotesi relative alla commercializzazione non in regola del prodotto che veniva avviato al consumo.

Discorso a parte per la contestazione di maltrattamento di animali, relativa, cioè, al fatto che si sarebbe pescato con metodi assolutamente vietati. Per questa ipotesi di reato, infatti, gli atti sono tornati alla Procura, che dovrà nuovamente esercitare l’azione penale.

Alla luce di questi rilievi operati dal giudice, il processo verrà celebrato per circa metà degli indagati originari.

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