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ROVIGO

Tre appuntamenti per non dimenticare la Shoah

Arci Rovigo presenta la rassegna che torna dopo la pandemia per dare il giusto risalto al tema dell'Olocausto

ROVIGO - "Insieme per la Shoah" è il titolo della rassegna che vede come protagonisti Enti pubblici, Fondazioni, Istituti e Associazioni Culturali uniti dalla volontà di dare il giusto risalto al tema dell'Olocausto e per la commemorazione dei tanti assassinati nei campi di concentramento dalla furia nazifascista.

Il primo appuntamento della rassegna sarà il 24 gennaio alle 16 all'Archivio di Stato a Rovigo, dove il direttore Maria Volpato introdurrà lo storico Claudio Luciano e Claudio Vercelli, ricercatore dell'Istituto Gaetano Salvemini di Torino, per approfondire il tema: "Verso lo sterminio. La Costruzione del Capro espiatorio nella Germania nazista".

Questo incontro che per l’Archivio di Stato ha rappresentato negli anni un appuntamento tradizionale, si verifica dopo due anni di stop forzato a causa della pandemia. Come in tutte le precedenti occasioni, anche quest'anno l'obiettivo sarà quello di fornire un'opportunità di approfondimento storico, il più rigoroso possibile, sulla Shoah, evitando ritualismi e discorsi d'occasione, indagando le modalità e i meccanismi attraverso i quali il regime nazista arrivò ad additare e a perseguire poi concretamente, l'eliminazione fisica di sei milioni di ebrei europei.

La prospettiva da cui i relatori si muoveranno sarà quella della cosiddetta "costruzione del capro espiatorio" attraverso cui il nemico, l’"altro", ostile e diverso da noi, veniva ritenuto responsabile di cospirare ai danni di una comunità ordinata e incolpevole. Ne parlerà in particolare Claudio Vercelli, più volte ospite dell’Archivio di Stato, consolidato studioso della storia d'Israele, del mondo islamico e di tutti i fenomeni storicamente collegati alle persecuzioni, alle violenze e alle minacce ai danni del popolo ebraico.

Il riferimento esplicito già nel titolo, è all'importante e discussa opera dell'antropologo francese René Girard "Il capro espiatorio" la cui idea centrale si può affermare essere quella che ogni società e cultura umana sia basata sul sacrificio di un responsabile di colpe collettive (individuo, gruppo, organizzazione, etnia), il più delle volte appositamente inventato, che deve essere perseguitato ed eliminato per consentire l'armonica prosecuzione della vita della comunità incolpevole che di quello pativa la minaccia.

Il secondo appuntamento, con Claudio de Poi del Collettivo di Ricerca Teatrale di Vittorio Veneto, si terrà il 27 gennaio alle 17 all’Accademia dei Concordi di Rovigo con la performance teatrale “La leggenda di Giovanni due Cuori” che narra sotto forma di favola la storia di Janusz Korczak (1878-1942) nome d'arte di Henryk Goldszmit.

Janusz Korczak è stato un pedagogista, scrittore e medico polacco di origine ebraica, vittima della Shoah, che fondò la Casa dell’Orfano (Dom Sierot) a Varsavia. Inaugurata il 27 febbraio 1913, era una vera e propria “società dei bambini”, organizzata secondo i principi di giustizia, fraternità, uguaglianza dei diritti e dei doveri tra alunni ed educatori. Le punizioni corporali vi erano bandite, come tutti i metodi violenti, che a quel tempo prevedevano anche la privazione del cibo. Korczak nel 1923 ebbe a definire tali metodi di correzione “punizioni criminali”. Quando i nazisti deportarono gli ebrei dal ghetto, preferì seguire i suoi bambini in campo di concentramento. "Abbiamo voluto raccontare come una favola, un'atrocità inimmaginabile - commenta Claudio De Poi - Forse allora c'è ancora speranza che non si ripeta". 

La rassegna si chiuderà domenica 29 gennaio alle 17.30 nella sede dell'Arci Rovigo, dove lo storico e ricercatore Luigi Contegiacomo (già Direttore dell’Archivio di Stato) presenterà il film di Francesco Rosi “La Tregua” (1997, 125 min.) interpretato da John Turturro che personifica la figura di Primo Levi, autore del romanzo autobiografico da cui è tratto il film.

La narrazione tratta del viaggio di ritorno di tre deportati italiani sopravvissuti al campo di concentramento di Auschwitz. Il 27 gennaio 1945 la Germania nazista è costretta a difendersi dall'arrivo delle truppe sovietiche da un lato e dall'inarrestabile avanzata del resto degli Alleati dall'altro; i soldati tedeschi ricevono l'ordine di abbandonare i campi di concentramento situati in est Europa, per sfuggire all'arrivo dei sovietici.

La rassegna rientra nel Progetto Radici del Contemporaneo 2022-2023 che vede come capofila la Fondazione Rovigo Cultura, con il patrocinio oneroso del Comune di Rovigo, della Provincia di Rovigo, sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e con l’organizzazione dell'Arci Rovigo APS.

Per questa specifica rassegna hanno collaborato: l’Archivio Stato di Rovigo, L’Accademia dei Concordi di Rovigo, l’Istituto Polesano per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea (ISTPOLREC) nonché l’Associazione Viva la Costituzione, l’Associazione Nazionale Partigiani Italia (ANPI Federazione di Rovigo), l’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci (ANCR Federazione di Rovigo) e il Circolo Culturale 2 Giugno 1946. 

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