VOCE
ROVIGO
24.01.2023 - 17:21
ROVIGO - La negoziazione sociale come strumento fondamentale per confrontarsi e condividere progettualità che partono dalle necessità delle persone. Una negoziazione che, come confermano i sindacati Cgil Cisl e Uil, è parte fondamentale dei progetti per il 2023, che inseriscono tra i temi il welfare, il Pnrr in un'ottica di crescita territoriale che coinvolga enti privati e pubblici.
"La negoziazione sociale è uno strumento importante che Cgil Cisl e Uil usano da anni - ha spiegato Samuel Scavazzin - un confronto che chiediamo a tutti i comuni ogni anno per parlare di problematicità e cercare risoluzioni ai problemi della cittadinanza".
Nel 2022 i sindacati hanno incontrato 14 comuni del territorio Polesano ma l'obiettivo è ampliare questi numeri. "Durante questi momenti di confronto affrontiamo temi come il contrasto alla povertà, le politiche socio-sanitarie, governance locali e progettualità - ha aggiunto - ma anche politiche di contrasto all'evasione e elusione fiscale e le politiche giovanili, fondamentali in un territorio scarso di giovani come il nostro".
In una regione Veneto che non fa figli, la provincia rodigina detiene il record negativo di nascite, e un progressivo spopolamento ed invecchiamento della popolazione che cerca lavoro fuori dai confini polesani. "Con il comune di Rovigo abbiamo siglato un protocollo che speriamo nel 2023 venga portato avanti - ha aggiunto Gino Gregnanin - Protocolli come quello siglato si inseriscono in una trattativa con i comuni per dare risposte all'interno del contesto economico contrassegnato da un forte povertà e da un crollo delle nascite. Ogni anno 850 persone vengono a mancare rischiamo spopolamento in breve tempo, ecco perché la politica deve dare un contributo. La fusione dei comuni, ad esempio, può essere quello strumento che permette di introitare soldi e ridistribuirli ai cittadini. Ma troppo spesso si attivano più i comitati dei no e questo comporta assenza di risposte e dei servizi che possono restare nel territorio rimane poco".
La negoziazione sociale, in un territorio che segna record negativi nelle nascite, ma anche una percentuale molto alta di infortuni sul lavoro è una disoccupazione crescente, si inserisce per trovare soluzioni che lo rilancino. "Siamo la terza università nazionale che da risposte, attraverso neo-laureati, che però non trovano occupazione nei confini polesani e devono andare fuori - aggiunge - Politiche attive del lavoro devono raggiungere i giovani ma anche le imprese che decidano di investire nel in Polesine. Le risposte possono arrivare proprio dal coinvolgimento delle amministrazioni".
Tra i protocolli siglati anche quello con l'azienda sanitaria Ulss 5 per un confronto sulle progettualità legate al Pnrr, un'attenzione alla qualità e quantità dell'occupazione creata e il favorire la promozione della salute per migliorare la qualità vita. "Mediamente la proposta di negoziazione sociale riesce a raggiungere solo la metà dei comuni - prosegue Pieralberto Colombo - La negoziazione sociale non si basa su obblighi contrattuali ma poggia le basi su una condivisione di idee. Per radicamento sul territorio sono proprio i sindacati a rappresentare una sorta di radar che intercetta, più di chiunque altro, le esigenze ed i bisogni delle persone".
Per questo motivo i sindacati rilanciano un'ipotesi di un accordo per un 'fondo welfare polesine', come già accaduto in altri comuni veneti. "Che si basa su un concetto mutualistico, con la partecipazione anche di società partecipate e del mondo del privato, che facciano da collettori di risorse che andranno a favore di tutto il territorio rendendolo attrattivo e permettano di far rimanere qui chi lavora o vuole metter su famiglia - conclude - Al momento coloro a cui è stato proposto l'hanno giudicato un buon progetto ma ora bisogna passare alla pratica".
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