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ROVIGO

"Mamme abbandonate dopo il parto"

Il caso del neonato morto soffocato durante l'allattamento al Pertini di Roma fa riflettere anche le rodigine

ROVIGO - In questi giorni la notizia di una tragedia sta attraversando l’Italia: nel reparto di ginecologia dell’ospedale romano Pertini, una neo mamma si è addormentata mentre stava allattando il suo bambino il quale, purtroppo, ha perso la vita soffocato.

Una notizia terribile che ha scosso tutti e che, al dispiacere, ha unito anche la rabbia e l’indignazione per tutte le restrizioni che sono state seguite per il periodo Covid e che ancora sussistono. Il rooming, con le mamme che stanno tre giorni in ospedale per usufruire dell’aiuto delle ostetriche, non basta. I padri possono stare troppo poco con figli e madri. A ciò si aggiunga la carenza di personale che, secondo i rodigini, è il problema più grave della sanità pubblica.

Matilde racconta la sua esperienza: “Io ho partorito un anno fa in periodo Covid e devo ammettere che davvero le mamme sono abbastanza abbandonate a loro stesse. Non avere la propria famiglia vicino in un momento così importante, dover essere costretti a farsi bastare quei quindici minuti con il papà del proprio figlio è brutto. Non so come fosse la situazione prima del Covid, quindi non capisco se il problema sia la carenza di personale o se invece sia il fatto che la pandemia abbia imposto regole troppo rigide nella gestione di un momento così delicato come la nascita di un bambino. Ci troviamo in stanza da sole, senza nemmeno un’altra mamma con cui parlare. Credo che queste regole debbano essere un po’ riviste per permettere alle mamme di avere quell’aiuto che c’è sempre stato e di cui hanno necessità”.

Emma aggiunge: “Io penso che ci sia, in ogni caso, poca cura così come poca umanità. In momenti così delicati, come quelli che seguono il parto, non basta avere una infermiera che ogni tanto passa e dà un aiuto dal punto di vista clinico. C’è bisogno di un supporto emotivo forte, che può essere dato dai propri familiari e talvolta è un aspetto che, soprattutto in certi ospedali, rimane ai margini”.

Serena commenta: “Forse, durante il periodo Covid, non si poteva fare diversamente, ma non si può non notare che da anni ormai il problema della carenza di personale negli ospedali c’è e non solo in una città, ma in tutta Italia e ne siamo toccati tutti”.

A concludere è Greta: “L’impegno da parte della sanità c’è, ma c’è anche una carenza di personale che si dimostra in situazioni come queste e che non rende facile il lavoro a nessuno. Mi metto poi dalla parte di chi deve andare a trovare un paziente in ospedale e con queste regole da seguire non è neppure fattibile andarci con tranquillità per dare una mano a chi ha bisogno in un momento di debolezza”.

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