Cerca

ROVIGO

Caso Iras, ancora una fumata nera

Ieri manifestazione dei lavoratori in piazza con i sindacati Cgil, Cisl e Uil e poi incontro col sindaco

ROVIGO - Una fumata nera l’esito dell’incontro tra i rappresentanti di sindacati, Cgil Cisl e Uil, ed il sindaco Edoardo Gaffeo, sul tema Iras. Delusione emersa dopo l’incontro fra i responsabili dei sindacati e il sindaco a margine della manifestazione dei lavoratori in piazza Vittorio Emanuele.

“C’era la speranza di un avvicinamento tra le parti, Regione e amministrazione comunale - commenta Franco Maisto di Cisl -. amministrazione che ha ricevuto la posizione della Regione, dell'assessore Lanzarin, e del commissario di pochi giorni fa, rispetto al fatto che non c’è ancora un accordo di programma tra le parti. Non riusciamo però a comprendere quali siano questi scalini da superare perché il rischio, davvero molto alto, è quello della privatizzazione dell'ente”.

A partire da lunedì inizierà anche lo svuotamento ufficiale, di personale o ospiti della struttura Casa Serena. “Una giornata nera per la città - aggiunge - non vorremmo che il passo successivo sia la privatizzazione dell'ente. Vogliamo che Iras rimanga una casa di riposo pubblica a Rovigo, ma che anzi possa essere potenziata con degli investimenti”.

Il mancato punto d’incontro lascia quindi l’amaro in bocca ai sindacati ma anche ai tanti lavoratori, in attesa sotto il comune insieme ai consiglieri Rossini, Moretto, Aretusini e Rizzato, di una risposta che ormai tarda ad arrivare, perché Comune e Regione si rimpallano proposte e bocciature delle stesse.

“Iras rappresenta il bene per eccellenza del nostro territorio e non ha ragione di essere svenduto ai privati - afferma Cristiano Pavarin di Uil - il famoso piano 'B' che qualcuno paventa nel caso questa operazione non possa andare in porto, e non si capisce il perché. Lo spettro del famoso piano B quindi è sempre dietro l'angolo e questa cosa è fonte di preoccupazione. Una sorta di privatizzazione che significherebbe anche un abbassamento drastico del costo del lavoro, che ricadrebbe quindi sui lavoratori con forti ripercussioni su quella che è la qualità del servizio. Pensiamo invece che questa rappresenti l'occasione per rilanciare questo ente”.

Il capitolo rimane quindi ancora dolorosamente aperto. “Dal Comune ci aspettavamo una risposta che ci confermasse che con la Regione si stesse raggiungendo un punto di mediazione, anche se i rumors dei giorni precedenti già dicevano che il documento inviato era fonte di grandi preoccupazioni - afferma Davide Benazzo di Cgil - Ci è stato chiarito, dal punto di vista tecnico, quello che il Comune ha messo sul tavolo e quello che chiedono ad Iras. A questo punto, se le parti continuano ad essere distanti, bloccate su tecnicismi, si mette a rischio da una parte un bene del territorio, come Casa Serena e la sua riqualificazione, e dall'altra parte duecento posti di lavoro pubblici in una struttura per anziani. Mi sembra assurdo che sia il tecnicismo a vincere la politica”.

I sindacati hanno deciso di riportare le parti ad un tavolo e chiesto un incontro al prefetto. “Perché Regione e Comune dicano chiaramente quali sono i punti su cui non trovano convergenza e che finalmente si possa trovare un punto di mediazione che permetta la salvezza di Iras”.

In piazza lavoratori e sindacalisti, non troppi a dire il vero, hanno sventolato bandiere e striscioni nella speranza che il muro contro muro fra Rovigo e Venezia possa essere sgretolato. Al momento non è così, e per questo il rischio di una liquidazione non è per niente scongiurato.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su

Caratteri rimanenti: 400