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"Sanità pubblica penalizzata"

Larghissima partecipazione alla conferenza con Andrea Crisanti

ADRIA - Andrea Crisanti mette l’elmetto Pd e scende in guerra contro Regione e Governo bocciando senza appello le politiche sulla sanità, troppe spinte a favore del privato “dove si fa business con le prestazioni che rendono di più e si scarica sulle strutture pubbliche, intasandole, quelle che economicamente rendono poco o nulla”.

Il ricercatore e microbiologo, ora senatore dem, non ha deluso il numeroso pubblico, parlando di “Scienza e politica: il futuro della sanità” intervistato dal giornalista Maurizio Romanato.

Nell’aprire i lavori, la segretaria del circolo Pd adriese Gessica Ferrari ha posto il problema con una chiarezza estrema: “La ricerca scientifica fa il suo percorso, poi spetta alla politica fare in modo che i risultati e i progressi della ricerca siano a vantaggio di tutti”.

Allora Crisanti va subito all’attacco. “La spesa sanitaria in Italia – ha ricordato – va oltre i 120 miliardi, ma il 40% di questi va alle strutture cosiddette convenzionate, le quali hanno un vantaggio competitivo ingiusto perché a dispetto di quelle pubbliche non sono obbligate a dotarsi di certi servizi di emergenza”.

Alla domanda se è un male che i nostri giovani vadano all’estero, ha risposto: “Il problema non è che i nostri giovani studiosi e ricercatori vadano all’estero, anzi è un fatto positivo fare esperienze all’estero. Il problema è che i giovani degli altri Paesi non vengono in Italia per stipendi troppo bassi e strutture inefficienti”.

Tra le strutture pubbliche in maggior affanno ci sono indubbiamente i pronti soccorso che spesso creano situazioni di insofferenza nei cittadini e sempre più, ha rilevato il giornalista, portano a reazioni violente. “Nei pronto soccorso i pazienti vivono spesso situazioni umilianti, mentre i medici sopportano turni massacranti: tutto questo a causa dei tagli”.

Non poteva mancare un passaggio strettamente politico per dare la carica al popolo dem. “Aver tagliato il finanziamento pubblico ai partiti ha portato a partiti personalistici con leader autoreferenziali, solo il Pd è autenticamente democratico e sceglie il proprio segretario liberamente tra quattro candidati. Chi esercita la democrazia all’interno, poi la esercita anche all’esterno: dobbiamo essere orgogliosi di questo”. E qui ha raccolto l’applauso più caloroso.

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