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Il convegno

La grande sfida dell'agricoltura che sarà

Confagricoltura ha ospitato un convegno dedicato all'innovazione legata alle tecnologie di evoluzione assistita.

La grande sfida dell'agricoltura che sarà

ROVIGO - Produrre meglio e produrre di più, la sfida da affrontare in futuro per il settore agricolo, in un contesto di gravissime difficoltà. Su questo e sulle tecnologie a disposizione per arrivare a questo obiettivo sono intervenuti ricercatori e professori universitari, durante il convegno "Il ruolo delle Tea" organizzato da Confagricoltura Rovigo, nella mattinata di venerdì 10 febbraio.

L'evento rappresenta la prima tappa del tour del Food&Science Festival Lab. "Con il quale ci rivolgiamo ai non addetti lavori per portare la voce della scienza e della ricerca sui temi che riguardano il miglioramento della tecnologia in agricoltura - ha spiegato Daniele Fulcini, presidente - per spiegare cosa è stato fatto negli anni proprio su questo miglioramento perché abbiamo bisogno che il messaggio positivo venga divulgato più possibile".

Tante le domande che il settore si trova ad affrontare, tra queste quale sarà il suo destino tra 20 anni. "L'instabilità genera incertezza e a sua volta ulteriore instabilità, prime nemiche per una programmazione - ha affermato Francesco Longhi, Anga Giovani di Confagricoltura - difficile costruire progetti soldi perché mancano le basi ma il futuro ci chiede di non essere impreparati. Ci sono risposte importanti, quelle che riguardano strumenti tecnici devono essere accompagnate da quelle legate ai materiali genetici. Bisogna migliorare e crescere. L'innovazione in campo genetico rappresenta l'apri pista per questa epoca".

Innovazione legata alle tecnologie di evoluzione assistita, appunto, che però non sono supportata da normative che permettano la sperimentazione di queste varietà migliorate. "Oggi si scontrano due visioni del mondo, una che crede sia necessario smettere di produrre e creare cibo sintetico e una che pensa sia necessario produrre di più e meglio - ha specificato il senatore Luca De Carlo -. Credo nella seconda e credo sia necessario mettere in condizione chi produce di poterlo fare. Dobbiamo essere pragmatici, la nostra  tradizione senza innovazione non esisterebbe. E' dovere delle istituzioni comprendere che siamo in presenza di situazioni diverse da anni fa. Servono strumenti per riuscire in velocità a modellare l'attività ai cambiamenti". Tea che sono differenti dagli Ogm ma erroneamente vengono equiparate.

"Con il genome editing si toccano le singole lettere del dna e si vanno a sostituire, mimando ciò che fa la natura - ha illustrato Vittoria Brambilla , Phd e Ricercatrice -, una tecnica rivoluzionaria. Sono numerose le ricerche fatte in laboratorio, su piante come il riso resistenti a funghi o siccità, ma per ora in Italia rimangono in laboratorio e non possono essere testate su terreni perché considerate Ogm".

Eppure in un'epoca dove i cambiamenti climatici sono troppo repentini, la velocità di adattamento si rivela fondamentale. "La tecnologia può essere applicata a quelle piante che rischiano di soccombere in caso di problemi climatici - ha aggiunto Edgardo Filippone, Università degli studi di Napoli - permettendo cambiamenti in tempi più rapidi". Il settore rimane in attesa che Bruxelles rompa le riserve legate a queste tecnologie. "La soluzione sembra non essere vicina ma l'agricoltura nn ha tempo - ha concluso Lauro Ballani, presidente Confagricoltura locale -. I problemi arrivano veloci e la Pac 2023 pone imposizioni che sono dietro angolo. Ci dovremo adattare a regole senza elementi per compensare, mi auguro che il 2024 ci dia le risposte necessarie". 

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