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ROVIGO

L'ultimo saluto al grande eroe

Ai funerali di Stato di Domenico Zorzino erano presenti il ministro Piantedosi e il capo della Polizia Anticrimine di Roma

ANGUILLARA - C'erano anche il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi e il capo della polizia Lamberto Giannini all'ultimo saluto a Domenico Zorzino, poliziotto di Anguillara Veneta, morto per salvare Valerio Buoso, 75enne sprofondato con l'auto nel Gorzone, venerdì 3 marzo.

Ad accogliere il feretro, oggi 8 marzo nella chiesa di Sant'Andrea un picchetto d'onore, come si deve a un eroe. Secondo il protocollo dei funerali di Stato, il feretro è arrivato avvolto dal tricolore. Lo ha accolto il vescovo di Padova Cipolla.  

Oltre mille le persone che hanno affollato il sagrato. Un lungo applauso, ma anche un religioso silenzio, come si deve a un eroe. Un vero eroe. "Essere, non apparire" è la frase scelta dalla famiglia sull'epigrafe e nei santini del poliziotto 49enne. 

In chiesa, ad attendere il feretro, c'erano il ministro Piantedosi, il capo della Polizia Giannini, il prefetto Raffaele Grassi, il presidente della Provincia Sergio Giordani, l'assessore regionale Roberto Marcato. Presente, tra gli altri, anche Giuseppe Spina, comandante della Legione Carabinieri “Veneto” di Padova.

Cipolla ha esordito portando il saluto alle autorità e portando alla famiglia Zorzino la vicinanza di tutte le 450 parrocchie della Diocesi.

"Il figlio dell’uomo non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti", il passaggio chiave del Vangelo scelto per la cerimonia. "Quello di Domenico è stato un atto che parla della bellezza umana", le parole nell'omelia del vescovo Cipolla. "Il bene oggi ha fatto notizia. Ma attenzione, non corriamo il rischio di credere che il bene sia una rarità: lo sperimentiamo ogni giorno nella cura delle fragilità che affrontiamo nelle nostre case e nelle nostre famiglie".

E ancora: "La pratica del bene è un luogo di incontro: lavorare per il bene ci unisce, anche se siamo su posizioni diverse". Ha continuato Cipolla: "Il bene non ci è mai imposto. È una vocazione a cui corrisponde una forza che ci arriva dal Signore: continuiamo a farlo, sollecitati dalla testimonianza di Domenico. Testimone che viene consegnato non solo a una comunità, ma all'intero Stato".

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