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TRAGEDIA NELL'ADIGETTO

"Adam era il mio cuore"

Il dolore del papà e dei parenti del bimbo di quattro anni caduto e morto nell'Adigetto

Addio piccolo Adam. "Eri il mio cuore"

ROVIGO - Adam sorride, in quella foto, ed è bellissimo. Sorride come sorridono i bimbi di pochi anni che sono sereni, perché hanno una famiglia che vuole loro bene, perché hanno un luogo sicuro. Anzi: per loro il mondo è ancora un grande luogo sicuro, perché hanno una famiglia che vuole loro bene. Adam non c’è più. E’ morto nella serata di mercoledì, a soli quattro anni, cadendo nell’Adigetto, sul quale si affaccia il retro del gruppetto di case dove vivono genitori e parenti.

“Quel bimbo era il mio cuore”, dice il giorno dopo il padre, assieme al fratellino maggiore di Adam e ai parenti. “Gli piaceva tanto giocare con me, ci volevamo tanto bene, appena salivo sullo scuolabus mi correva incontro, mi abbracciava, potete chiedere, ve lo dirà anche l’autista”.

E perché ci dovrebbe essere bisogno di chiedere? Basta vederlo, quest’uomo che ti parla. Un papà che vuole bene al suo bimbo. E un bimbo che vuole bene al suo papà. Non c’è nulla da verificare, nulla da dimostrare. Ma queste tragedie sono così, ti prendono e ti sbattono di qua e di là, e non capisci più niente, non sei più sicuro di niente. Ma non c’è nulla da confermare o verificare.

I soccorsi, mercoledì sera, sono stati immediati, massicci: non si sarebbe potuto fare nulla di più, né di meglio. Sono arrivati i vigili del fuoco con gommoni, sommozzatori, droni, fotoelettriche; poi i carabinieri e la Protezione civile con le torri faro. Non c’è stato nulla da fare: dopo circa quattro ore di ricerche il corpo del piccolo Adam è stato ritrovato a circa 700 metri dal posto dove era scomparso, inghiottito dalle acque. Pare stesse giocando sul retro della casa e che una piccola asperità del terreno gli abbia fatto perdere l’equilibrio.

Il padre si è anche lanciato in acqua, nel disperato tentativo di recuperare il suo piccolo e salvarlo, ma l’Adigetto raramente lascia scampo. Un metro e mezzo - due metri di acqua melmosa, gelida, infestata di alghe. Non c’è stato nulla da fare.

Una serata e una nottata tremende, anche per tanti soccorritori, gente esperta, sulla strada da anni, qualcuno da decenni, ma che ha dei bimbi a casa e che ce l’ha fatta ad arrivare in fondo solo perché crede in quel che fa. Ma è stato difficile. Dell’accaduto, ovviamente, è stata informata la Procura. Probabilmente verrà disposta l’autopsia, con le formalità che in questi casi sono previsti e gli approfondimenti dovuti. Nessun dubbio, comunque, sul fatto che si tratti di un episodio assolutamente accidentale.

Da fissare la data delle esequie. La famiglia è di fede islamica. In questi giorni sta osservando il Ramadan e attendeva con ansia il momento di potere mangiare, ieri sera, dopo il lungo digiuno diurno. Tutti assieme, però, hanno accettato volentieri di posporre la cena, per ricordare un po’ Adam, i suoi sorrisi, la sua gioia nel vedere il suo papà che saliva sullo scuolabus per accoglierlo, al ritorno. Il suo essere un bimbo di quattro anni sereno, che amava andare alla giostrine con la famiglia e con i parenti.

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