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IL GIALLO DI ARIANO

La famiglia di Rkia, era seguita dalla Caritas

Parla don Gabriele, il sacerdote della parrocchia di Ariano nel Polesine, dove è morta Rkia Hannaoui

ARIANO NEL POLESINE - Una famiglia indigente quella di Rkia Hannaoui, marito e due figli da mantenere. Il nucleo era assistito dalla Caritas, racconta don Gabriele.

“Una volta al mese portavamo la borsa della spesa con gli alimenti - racconta il sacerdote - qualche volta abbiamo anche portato della legna perché avevano bisogno di scaldarsi”. Tuttavia, aggiunge don Gabriele “non era una famiglia integrata nella comunità, nel senso che loro erano anche di un'altra religione e comunque non abbiamo approfondito rapporti ecco, a parte il supporto di tipo materiale che davamo”.

E ancora: “Vivevano ad Ariano da qualche anno, pochi anni”. Una famiglia che vive con poco, dunque, che ora è completamente smembrata, con un trauma che mai i bimbi potranno dimenticare, aver visto la mamma riversa a terra priva di conoscenza in un bagno di sangue. L’allarme, infatti, è stato dato dal bimbo più grande ai vicini di casa. Disperato. Da qui sono partiti i primi soccorsi, la corsa in ospedale, la Tac e la tragica scoperta: un proiettile in testa. L’arma è stata cercata per tutto il giorno, ieri, anche nel rudere che sta a 50 metri dalla casa dove la donna è stata colpita da uno sparo alla testa.

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