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ROVIGO

C'è l'accordo per salvare I'Iras, ma scatta la bufera rette

Stamattina vertice decisivo Comune-Regione. Intanto i rodigini ribadiscono: "No all'aumento-batosta"

ROVIGO - E’ durato circa tre ore ma alla fine il vertice di questa mattina fra Comune di Rovigo, Iras e tecnici della Regione ha prodotto il risultato: a meno di nuove e non impossibili retromarce o puntigliose obiezioni, la raod map per il salvataggio della casa di riposo sembra essere matura.

L’intesa, raggiunta nel summit della sala consiliare di palazzo Nodari prevede la chiusura dell’accordo di programma fra Comune di Rovigo, Regione Veneto, Iras, Ater e Ulss entro il mese di maggio.

“Non doveva esserci alcun aumento delle rette” è il coro unanime della cittadinanza alla notizia che, dal mese di maggio, le rette dell'Iras aumenteranno di 3,5 euro al giorno per un totale annuo di 1.277 euro per ciascun ospite. La direzione della casa di riposo ha giustificato alle famiglie degli anziani ospiti, che gli aumenti sono stati dovuti a causa dei rincari delle materie prime post covid e guerra in Ucraina, ma per i cittadini non sono giustificazioni plausibili. Vorrebbero vedere l'intervento della regione Veneto per un risanamento dei costi con le vecchie rette.

I costi per il “soggiorno” all'Iras per un anziano autosufficiente in una stanza doppia è di 55,50 euro al giorno per un totale di 20.257,50 euro l'anno (fonte il sito www.irasrovigo.it). In Italia la pensione media di circa 1.359 euro mensili per un totale annuo di 16.308 euro, ciò significa che l'anziano ospite lascia tutta la sua pensione alla struttura e la differenza, circa 4mila euro, la devono aggiungere i familiari. Con l'aumento di maggio i familiari all'anno dovranno elargire oltre 5.200 euro per il proprio caro.

Io ho avuto l'esperienza in famiglia di anziani che erano all'Iras e le rette erano già molto alte - spiega Maurizia - quindi secondo me alzare ulteriormente le rette è un salasso per le famiglie che devono sostenere questa spesa. Secondo me si poteva anche evitare per agevolare soprattutto quelle famiglie che sono già in difficoltà economica”.

Il problema degli anziani è un problema sociale e non economico il punto di vista di Roberto: “Bisogna vedere i conti, di certo è un problema abbastanza grosso quello delle persone anziane non autosufficienti, che hanno bisogno di essere seguite. La parte sociale dello Stato, il walfare, deve dare una mano a tutte queste persone che non riescono a soddisfare queste richieste economiche. Tenendo conto dell'età media della popolazione anziana, è un problema che si presenterà molto più spesso in futuro. Il problema dovrà essere affrontato dal punto di vista sociale”.

Per Terenzio la governance della casa di riposo, il Comune e la Regione, non hanno saputo agire con la giusta attenzione: “Secondo me si poteva benissimo evitare, in tutti questi anni che l’amministrazione dell’Iras, il Comune e Regione, non hanno fatto grandi cose per venire incontro agli anziani. Questo rincaro doveva essere evitato per aiutare gli anziani e le famiglie di queste persone, perché gli ospiti hanno una pensione minima e il resto dei costi lo devono pagare i familiari”.

Il costo per il “soggiorno” è già molto elevato e per Andrea aumentarlo ulteriormente è troppo: “E' un bel peso economico per le famiglie, quindi magari la Regione dovrebbe aiutarle perché 1.200 euro all'anno sono tanti”.

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