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ELEZIONI AD ADRIA

Barbujani: "Torno a correre per la mia gente"

L'ex primo cittadino ancora in corsa: “La città esce malissimo da questi cinque anni. E non possiamo permetterci il centro del degrado”.

Bobo: “Sarò il sindaco della gente”

Il candidato sindaco Barbujani intervistato dal direttore Bellini.

Massimo Barbujani ci riprova: già tre volte sindaco, corre di nuovo, con quattro liste a sostegno (Bobo sindaco 2.0 Adria e le sue frazioni, il Cantiere di Federico Simoni con Noi Moderati insieme, Forza Italia e Lega). Lo ha intervistato, in diretta su Delta Radio, il direttore della Voce di Rovigo Pier Francesco Bellini.

Bobo: personaggio storico della politica polesana, per lei una nuova corsa…

“Io da ex pilota, sono abituato a correre sempre. Mi sono rimesso il casco in testa e le mie scarpe e sto suonando i campanelli per far capire che c’è ancora Bobo che sta correndo per reindossare, eventualmente, la fascia tricolore”.

Ha tirato ancora fuori lo scooter?

“No, lo scooter no: ho tirato fuori la mia Vespa e la mia vecchia Seicento multipla che è stata addobbata e sta girando per il Comune. Dove conosco tutti”.

Parliamo di programmi: in questo momento c’è una grande polemica sulla sanità ad Adria. A che punto siamo di questa storia infinita?

“Adria ne esce sempre malissimo. Da quando c’è stata l’unificazione delle due Ulss abbiamo perso quei punti di riferimento che non erano tali solo per i cittadini di Adria, ma tutto il Delta. Purtroppo in questi cinque anni di amministrazione non si è fatto quello che pensavo fosse nelle loro corde di questa maggioranza. Pensavo in una sensibilità maggiore sul tema della sanità, ma purtroppo l’ospedale di Adria ha perso ancora servizi e contenuti, e questo si sta facendo molto preoccupante”.

I cittadini che cosa dicono a tal proposito?

“Si stanno lamentando, confidano nelle alternative che si proporranno per la guida della città per ridare un po’ di importanza a questa struttura che è stata dimenticata”.

Anche la casa di riposo sta vivendo una fase difficile…

“La casa di riposo, ancora con le bandiere sindacali fuori, ha dei problemi seri. E bisogna lavorare tutti insieme al di là delle bandiere politiche per trovare una soluzione. Penso che dovremmo trovare un dialogo anche con il privato, in tal senso. Perché è difficile oggi rimanere competitivi da soli, in un mercato che è completamente cambiato”.

Com’è la situazione, oggi, del centro storico, per uno che lo ha sempre vissuto?

“Io abito proprio sopra il mio ex negozio in centro e, alle volte, rabbrividisco nel vedere lo stato di abbandono, quel famoso decoro urbano tanto sbandierato in quei consigli comunali nei quali tutti pensavano di avere la bacchetta magica per trovare una soluzione al problema, ma di fatto vediamo che la parte sud del corso è un deserto. Sarebbe da chiamare la via delle botteghe oscure”.

Cosa si può fare, allora, per dare una risposta a questa situazione?

“Innanzitutto, bisogna avere il coraggio di riqualificare il centro: ci sono marciapiedi fatiscenti, pavimentazione rotta. Soprattutto bisognerebbe tentare una nuova viabilità, bisogna sperimentare qualcosa. Non possiamo permetterci che nell’angolo più importante della città ci sia tale degrado. Bisogna trovare un accordo con i proprietari dei locali per un abbassamento degli affitti. Riqualificare a 90 gradi e sperimentare nuove soluzioni di viabilità”.

Sperimentare magari anche inventando qualcosa che attiri la gente.

“Tutto serve. Dobbiamo provare qualunque cosa perché ormai c’è una evidente moria di negozi”.

E per le frazioni?

“Io sono un appassionato dei nostri paesi. Qualcuno mi ha detto che non ho mai smesso di fare il sindaco, perché con la mia bicicletta giro e vado da una parte all’altra, per le frazioni, saluto tutti. Ho sempre avuto un contatto spontaneo e genuino con la mia gente. Io sono il sindaco della gente. Per le frazioni la prima cosa da fare è riaprire le delegazioni che erano l’unico punto di riferimento dei cittadini. Dobbiamo riaprirle. Abbiamo pensato di istituire un pulmino che un paio di volte a settimana accompagnerà gli anziani che hanno bisogno di venire in città per fare visite mediche ma anche per andare in Comune”.

Qualcuno in Comune ogni tanto ci deve andare…

“Se sarò rieletto sarò sempre in Comune. Quando sono stato sindaco lo sono stato h-24, sette giorni su sette. Ero io alle 7 ad aprire il Comune. Sono sempre stato abituato a lavorare. Piacere a tutti è impossibile, piacere un voto più degli altri è probabile. Mai fermi”.

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