VOCE
L'INTERVENTO
14.06.2023 - 13:43
San Martino di Venezze ha ospitato Claudio Locatelli, che con i suoi occhi e il suo mestiere di giornalista sta raccontando la guerra in Ucraina. Lui stesso è stato attaccato mentre svolgeva il suo lavoro nei mesi scorsi. "Si dovrebbe andare sempre nei posti per farsi un'idea di che cosa si parla - premette Locatelli - Questo è un principio che in Italia poco si segue. Sono stato diversi anni in Russia, in Ucraina, e nella repubblica separatista tra Moldavia e Ucraina. Qui c'è qualcuno che resiste a un attacco. Ce ne rendiamo conto? A due passi dall'Europa, ce ne rendiamo conto? Se siamo stati ipocriti con la Siria e con l'Iraq cerchiamo di non esserlo questa volta".
Locatelli, che è stato anche inviato in guerra per La7 soprattutto nelle fasi iniziali, è nato a Bergamo e ha studiato neuroscienze e psicologia a Padova. Per lui l'impegno in Ucraina ha a che fare con il nostro 25 aprile. "Noi abbiamo insegnato a intere generazioni il 25 aprile come un segno di resistenza che ha portato la liberazione d'Italia. Ma il 25 Aprile è costato sangue e sudore, come è costato ai curdi in Rojava e come sta costando agli Ucraini. Dobbiamo smetterla di imparare la storia coi punti d'arrivo e chiederci come siamo arrivati fino a lì perché qualcuno ci ha perso la vita. Prendere parte significa questo, non bisogna neanche che ti stia simpatica la parte che prendi l'importante è che sia sotto attacco che sia la persona che sia la persona il popolo o la realtà che subisce un'ingiustizia. Tutti possono fare qualcosa, non bisogna per forza imbracciare un Kalashnikov".
A invitare il giornalista italiano don Giuliano, parroco molto attivo e seguito di San Martino di Venezze e l'amministrazione guidata da Elisa Sette: "Ho accettato insieme ai miei assessori di avere qui con noi Claudio Locatelli proprio perché nel ventunesimo secolo di guerre non dovrebbero essercene più soprattutto in Europa nella vicina Europa e quindi è giusto dare una testimonianza ai nostri cittadini di quello che sta accadendo e avere informazioni più specifiche giusto anche per capire il popolo cosa sta vivendo. Abbiamo ospitato tante famiglie ucraine, vogliamo essere vicini a questo popolo".
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