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ROVIGO

Spese pazze, ma non per scelta!

Oltre 600 euro in più rispetto all'anno scorso. I rodigini: "A questi prezzi è un peso insostenibile"

ROVIGO - La spesa a Rovigo costa veramente di più! Lo dicono anche i cittadini del capoluogo polesano, oltre alla ricerca dell'Istat che ha piazzato Rovigo al terzo posto nazionale, la prima città del nord italia. Oltre 600 euro in più all'anno è il peso che si dovrà sostenere per mangiare le stesse cose dello scorso anno.

Aumentano i costi della vita ma non si adeguano i guadagni delle persone che sono sempre uguali da anni. Speculazioni e prezzi ballerini alla fonte fanno schizzare i prezzi alle stelle. Se da un lato il mondo produttivo, agricolo, si lamenta per il basso costo a cui vengono comprate le merci dai produttori, dall'altro i consumatori si lamentano dei prezzi al dettaglio, quindi: tra il produttore ed il consumatore avviene la speculazione.

“Non è un'impressione i prezzi continuano a crescere e sinceramente anche noi facciamo fatica - spiega Maurizio commerciante di pesce al mercato del martedì - quando andiamo nei mercati a comprare la nostra merce ci troviamo ogni giorno prezzi rialzati e logicamente dobbiamo anche noi aumentare per riuscire a starci dentro con le spese. Sta diventando veramente una cosa molto difficile da gestire, anche perché sappiamo che la gente in difficoltà, perché gli stipendi non crescono, e nella zona di Rovigo e del Polesine sono veramente bassi ed è difficile andare avanti, purtroppo”.

Un meccanismo perverso che non lascia sconti a nessuno ed in ogni fase del processo economico di transizione della merce ognuno paga la sua parte, ma alla fine è il consumatore che paga il prezzo più caro. “Sì certo, ne sono pienamente convinta di questo - spiega Sonia tra i banchi del mercato - E' certo, che al giorno d'oggi, per fare la spesa bisogna cercare i prodotti nei vari supermercati se si vuole risparmiare, diventa molto faticoso”.

Caccia all'affare! Per i cittadini la spesa diventa come una caccia al tesoro per scovare le offerte migliori. “Certo, soprattutto su frutta e verdura in particolare - spiega Gloriano - Io sono un volontario dell'Auser e quindi seguo parecchie persone disagiate e questo pesa, pesa soprattutto su queste persone”.

Infine, tra i cittadini, c'è chi pensa che la colpa dei rincari sia alla base della catena economica, propria alla produzione: “A mio avviso c'è un problema di fondo di produzione. Noi in Polesine possiamo ritenerci fortunati perché che abbiamo un territorio dove c'è tanta varietà di produzione agricola - spiega Monica - L'incisione del prezzo viene stabilita con la manovalanza per la consapevolezza di quello che sono i diritti del lavoro. Quelli che una volta non si rispettavano con il lavoro in nero. Adesso invece, chi arriva in Italia o qualunque persona voglia una tutela sui diritti va ad incidere proprio sul costo alla fonte. Quindi anche se c'è una produzione ampia, c'è una incidenza di costo aggiuntiva che è proprio data dal lavoro della raccolta e che poi si ripercuote in tutta la filiera”.

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