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Tra ville e giardini

La dimensione umana dell'Orlando Furioso

Ecco la chiave di lettura fornita da Mercadini nel suo monologo. Numeroso ed entusiasta il pubblico della Residenza "Le Campagnole"

La dimensione umana di "Orlando Furioso"

CANDA – Un'occasione di grande respiro culturale: immersa nel fruire di cicale e nella frescura della corte le Campagnole, la settima serata della rassegna "Tra ville e giardini", che si è tenuta domenica 30 luglio, ha riscosso un grandissimo successo.

A stregare il pubblico è stato il "poeta parlante" Roberto Mercadini che ha aggiunto all'Orlando furioso, il poema cavalleresco di Ariosto, geniale nell'unire gli opposti, dissacrare i miti e rovesciare l'ordine costituito di una solida cultura medievale con una comicità sorniona, tutta la sua brillante narrativa, riuscendo a incollare gli spettatori ad un racconto polveroso, che mai come prima, è diventato invece vero e molto umano.

L'appuntamento è stato introdotto dal sindaco Alessandro Berta, dalla consigliera provinciale alla cultura Lucia Ghiotti e dal direttore artistico di Tra ville e giardini, Claudio Ronda. "Siete bellissimi!", ha esordito il sindaco guardando il numeroso pubblico dal palco, per poi ringraziare la proprietà della Residenza Le Campagnole che da due anni mette a disposizione della rassegna il sito campestre, sempre più accogliente e rasserenante. "La Provincia di Rovigo ed Ente Rovigo festival – ha ricordato il sindaco – consentono di rendere questa rassegna itinerante nel nostro Polesine, dandoci l'opportunità di queste belle serate di cultura e spettacolo".

Ringraziamenti poi doverosi al sistema di volontariato di Canda, Pro loco, Protezione civile e tutti, per l'ottimo allestimento. "Uno schieramento perfettoha ribadito la consigliera Lucia Ghiottiche mostra la forza delle piccole comunità. Queste serate di Tra ville e giardini sono possibili grazie al contributo della Fondazione Cariparo e della Regione Veneto, partner indispensabili per la diffusione della cultura nel nostro territorio".

"Venire qui è come tornare a casa ha concluso il direttore artistico Claudio Ronda – L'ospitalità ci fa sentire nell'atmosfera giusta di Tra ville e giardini: condividere un palcoscenico in maniera informale con gli artisti; togliere la distanza col pubblico e metterci direttamente in relazione con l'esperienza teatrale. Quello di stasera è un approccio all'Orlando furioso, come non l'abbiamo mai immaginato".

La dimensione comico-epica di Ariosto, è proprio la chiave di lettura fornita da Roberto Mercadini per il suo nuovo monologo "Orlando furioso". Lo scrittore ha raccontato e declamato la storia dei paladini carolingi per due ore, sempre in scena, senza perdere ritmo e pathos, con una parlata amichevole e ammiccante, ancor più simpatica nei passaggi in cui esce una lieve cadenza romagnola. Gli stessi personaggi principali: Orlando, Angelica, Bradamante, Rodolfo e Astolfo, liberati dalla mitizzazione classica, diventano miseramente umani e fallaci, a tratti ingenuamente comici da strappare risate e applausi a scena aperta.

Un poema delle cose impossibili, "Neanche pare opera umana – ha detto Mercadini – ma opera di un'orda di folletti, coadiuvata da una équipe di fate sotto l'effetto di sostanze psicotrope. È una danza scatenata di bizzarrie comiche e di dolcezze effervescenti, un'orgia di aurore boreali, un sabba angelico ed esilarante".

A cominciare dalla pazzia di Orlando, che è un ossimoro per il più inattaccabile dei cavalieri di Carlo Magno, il rovescimaneto proto-femminista dei ruoli di genere, in cui è la donna (Bradamante) col suo "anello disincatesimante" a cercare di liberare l'amato (Rodolfo) dal castello del mago. Castelli di metallo come grattacieli di New York, castelli labirintici incantati dove si perdono tutti i personaggi.

Una parentesi sull'Ippogrifo, il mezzo di locomozione più adatto per andare sulla luna: un incrocio tra una cavalla ed un grifone, che non dovrebbe esistere neanche nella fantasia, perché nel bestiario fantastico medievale, il grifone è incompatibile col cavallo. Le gesta di "Rodolfo: non una cima!", antenato fanta-mitologico degli Este di Ferrara, per celebrare i quali Ariosto scrisse il poema, ma che – chissà perché – non apprezzarono molto il pensiero.

Una fitta trama di bizzarrie e assurdità che hanno quasi un potere terapeutico: impazzendo di divertimento si finisce per rinsavire. Perché, in fondo, la logica, personificata nella maga Logistilla, è la vera dominante del poema. E la pazzia di Orlando, che ritroverà l'ampolla col suo senno, perduto sulla luna, non è altro che la normalità degli esseri umani. "Tutti impazziamo", aveva detto San Giovanni a Astolfo durante lo spettacolo, "Tutti perdiamo il senno, a poco a poco, nella vita quotidiana, nei litigi coi colleghi, nelle assemblee di condominio, alle code alla posta, desiderando cose... Ma la vita sarà pure qualcosa! Potremmo arrivare fino alla luna e riprenderci la nostra ragione e vivere da uomini".

Tra Ville e Giardini XXIV è promossa ed organizzata da Provincia di Rovigo in ambito RetEventi, co-finanziata da Regione del Veneto, sostenuta da Fondazione Cassa di risparmio di Padova e Rovigo, con l'organizzazione tecnica di Ente Rovigo Festival, direzione artistica di Claudio Ronda, e la partnership dei Comuni di Adria, Ariano nel Polesine, Badia Polesine, Canda, Castelmassa, Ceneselli, Corbola, Ficarolo, Frassinelle, Fratta Polesine, Lendinara, Polesella, Porto Tolle, Rovigo e San Bellino.

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