Cerca

Stienta

"Noi raccontiamo il Paese reale"

Il deputato del Pd, Orfini, ospite alla Festa de L'Unità di Stienta, tra salario minimo e reddito di cittadinanza

STIENTA - Non una proposta in antitesi col meccanismo della contrattazione collettiva, ma, anzi, uno strumento che possa subentrare in quei settori non coperti da questa o nei quali questa è affidata a sigle che non siano effettivamente rappresentative dei lavoratori e che fissi un tetto retributivo sotto il quale non sia lecito scendere, a tutela della dignità del lavoro e del lavoratore.

E’ questo il “ritratto” del salario minimo che il deputato del Pd Matteo Orfini ha presentato, nella serata di lunedì 14 agosto, al folto pubblico presente nell’area dibattiti della Festa de L’Unità di Stienta. Qui, infatti, Orfini ha dialogato con i rappresentanti provinciali dei sindacati: rispettivamente, Davide Benazzo per Cgil, Samuel Scavazzin per Cisl e Michela Bacchiega per Uil. Un confronto serrato e ricco di spunti, moderato da Lorenzo Rigobello. Proprio su sollecitazione di quest’ultimo, Orfini ha aperto la serata fotografando il momento storico del Pd a livello nazionale.

“Direi che il Pd sta tornando in salute – ha detto – Proprio sul salario minimo siamo riusciti ad unire l’opposizione, costringendo il Governo al confronto sul tema. La petizione che abbiamo lanciato per il salario minimo ha raccolto 100mila firme in un giorno. E’ esattamente quello che dobbiamo fare, raccontare il paese reale, in antitesi a quello che il Governo pretende di raccontare. Direi che il mese di agosto ci restituisce un Pd più simile a quello che davvero dovrebbe essere”. Legato al tema della serata – appunto il salario minimo – quello del reddito di cittadinanza. Argomento sul quale il deputato Pd non si è certo tirato indietro, indicandolo come una misura che, pur perfettibile nella forma e che va sottoposta a controlli, è presente, concettualmente, “in ogni paese moderno. Chiaramente, debbono esistere poi realmente dei meccanismi che consentano, ove possibile, perché non sempre è possibile, il reinserimento della persona nel mercato del lavoro”. Proprio su questo punto, è arrivato un affondo netto contro il Governo Meloni. “L’abolizione del reddito così come è stata attuata – ha detto Orfini – è da noi giudicata totalmente sbagliata. A prescindere, ma neppure tanto, dalla crudeltà insita nel comunicare tramite sms che da lì a pochi giorni le persone sarebbero rimaste senza un sostegno importante, il Governo ha costruito uno schema che ha prodotto il riversamento delle persone nei centri per l’impiego, scaricando poi sui Comuni il problema, lasciati a loro volta senza risorse e strumenti per gestire questa emergenza”.

Assistiamo – ha proseguito – a una criminalizzazione di chi è povero, da parte di un Governo presieduto da una premier che si dice della destra sociale, ma che in realtà criminalizza i poveri, secondo quella che è da sempre la vera logica della destra, tutelando invece i ricchi, anche quando hanno qualche ‘impiccio’ con la legge, agendo, anche quando vengono scoperti, come se in realtà la colpa fosse dello Stato che li ha scoperti”. Per quanto riguarda il salario minimo, poi, Orfini ha spiegato chiaramente come, nella visione del Pd, sia uno strumento che si debba e possa coniugare perfettamente con la pietra angolare che, per il mondo del lavoro, rappresenta e deve continuare a rappresentare la contrattazione sindacale.

“La stella polare è la contrattazione – ha concluso – Noi vediamo che là dove ci sono sindacati forti e rappresentativi la contrattazione funziona e ci sono salari dignitosi. Dove questa manca, o viene affidata a sindacati che non rappresentano i lavoratori, o laddove si scenda sotto una soglia di dignità, noi proponiamo di fissare un tetto minimo. Ho seguito personalmente alcune vertenze, tra le quali alcune riguardanti la logistica, e mi sono trovato davanti situazioni non degne di un paese europeo e moderno”. Prima del dibattito, Matteo Orfini ha cenato alla festa, apprezzando la cucina locale e intrattenendosi con volontari e militanti. Scambi di battute con Diego Crivellari, tradizionale punto di riferimento dei "giovani turchi" in Polesine, con Manuel Berengan, Stefano Dall’Aglio, Paolo Forti, Giorgia Businaro, Alberto Lucchin, sul tema del partito e delle prossime scadenze elettorali, in vista di una ripresa autunnale e soprattutto di una primavera che si preannuncia particolarmente calda e interessante anche per Rovigo e il Polesine.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su

Caratteri rimanenti: 400