VOCE
LA STORIA
19.08.2023 - 15:05
Oscar Tosini con la maglia della nazionale, davanti al monumento a Franco Ballerini a Bosaro
ROVIGO - All’alba dei 78 anni in bici 90 ore no stop, per coprire i 1.219 che separano Parigi da Brest, in Bretagna, e tornare alla base, superando 11mila metri di dislivello. Oscar Tosini, già sindaco di Bosaro e assessore provinciale, è un veterano di questa corsa massacrante che si corre ogni quattro anni: prima edizione del 1891, riservata ai dilettanti dal 1951.
L’ha già portata a compimento due volte, nel 2015 e nel 2019, e adesso, alla vigilia della terza partenza (la sua gara inizierà domenica sera, 20 agosto, alle 19.15) pensa già al 2027: “Ma certo, questa mica può essere l’ultima - dice - tanto più che al via quest’anno ci sono due o tre ottantenni. Semmai l’unico problema sarà burocratico: in Italia a quell’età non si può correre, dovrò andare all’estero per fare le gare preparatorie”.
Sì perché la Parigi-Brest-Parigi non è una corsa per tutti. Sono quasi 7mila i partecipanti, 340 gli italiani che - come Tosini - vestiranno la maglia azzurra. Ma molti di più sono quelli che sognano di correrla almeno una volta. Anche per Tosini quella del 2015 avrebbe dovuto essere la partecipazione della vita. “Faccio questa e smetto”, diceva. Non gli credeva nessuno. “La fai una volta, poi ti abitui”, scherza ora.
Per ottenere il via libera dall’organizzazione, però, bisogna dimostrare di fare, nell’anno precedente alla corsa, un certo numero di randonnée, corse dal chilometraggio lunghissimo. Poi, nell’anno della Parigi-Brest-Parigi, bisogna correre almeno una “rando” da 200 chilometri, una da 300, una da 400 e una da 600. Tosini le ha fatte tutte. “L’ultima, quella di San Zaccaria, in Romagna, pochi giorni prima dell’alluvione”, racconta.
Poi, spazio alla preparazione per la massacrante corsa francese. “Negli ultimi mesi - racconta - ho fatto una media di 200 chilometri un giorno sì e uno no. Nelle ultime tre settimane ho alzato l’asticella a 300 chilometri per uscita. Per evitare il caldo partivo da casa all’una di notte per tornare soltanto nel primo pomeriggio”. Una fatica, ma anche un pericolo: “Sì, andare in bici sulle strade italiane al giorno d’oggi è sempre più pericoloso. Io faccio le strade di campagna. Anzi, devo dire che se c’è uno che conosce tutte le strade secondarie della nostra provincia, quello sono proprio io”.
Ad assisterlo in questa sua terza impresa parigina ci saranno i fratelli, Palmiro Franco, noto avvocato rodigino, e Venerino, a sua volta nuotatore dilettante da record con all’attivo innumerevoli traversate in solitaria in mare aperto. Lo seguiranno a distanza, in auto, compiendo strade diverse rispetto a quella della gara, che sarà preclusa agli accompagnatori; ma sempre pronti ad intervenire per offrire supporto e aiuto in caso di necessità.
Lungo il percorso, Tosini troverà 18 check point dove far timbrare la carta di viaggio per attestare la regolarità del percorso. Da quest’anno, inoltre, ogni bici sarà dotata di micochip e gps. Tre le possibilità di corsa: da 80, 84 o 90 ore a seconda della scelta dei partecipanti. “Io ho sempre optato per un tempo massimo di 90 ore - racconta Tosini - quattro anni fa ho chiuso in 83 ore e 39 minuti, quest’anno spero di non discostarmi troppo da quel risultato".
“A quasi 78 anni ancora in sella? La mia forza sono volontà e passione: due aspetti capaci di aprire tutte le porte. E poi, la bicicletta è il mio modo per restare in salute. Senza, non sarei in forma come sono oggi”. E a casa? “Mia moglie spera soltanto che finisca presto, ma io penso che tra quattro anni potrei essere ancora qui, a Parigi. No, questa gara per me non può essere l’ultima”. L’hai mai visto un Tosini che si arrende?
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