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Il Pil del Polesine cresce... poco

Economia in lenta ripresa, con percentuali minori rispetto alla media veneta e nazionale

Il Pil del Polesine cresce... poco

ROVIGO - Le montagne russe del Pil e dell’economia. Alcune settimane fa i dati della Camera di commercio avevano evidenziato un calo del Pil in Veneto e in Polesine nel secondo trimestre dell’anno, cosa che aveva innescato una girandola di timori per i prossimi mesi. Ora però arriva il dato positivo, sottolineato dalla Cgia di Mestre, della previsione col segno più per il Pil del 2023. E per quel che riguarda la provincia di Rovigo si prevede, per la fine dell’anno, una crescita del Pil dello 0,90 %, cosa che permetterebbe di chiudere l’anno con l’economia in risalita. Anche se la frenata dei mesi scorsi porterà un segno più di dimensioni più modeste a quanto sperato ad inizio 2023. Ed inferiore alla media regionale e nazionale. Insomma c’è ancora della strada da percorrere lungo il sentiero dello sviluppo. Rispetto al 2019, quindi al pre Covid, l’incremento del Pil polesano è addirittura del 5,31%. Un balzo che in Veneto è inferiore solo a quello di Verona (più 5,42%, mentre a fine anno sarà del più 1,7%).

In Veneto Nel resto del Veneto: Venezia più 1,85 a fine anno, ma meno 3% rispetto al 2019; Padova più 0,99 a fine anno e più 4,4% rispetto al 2019; Vicenza più 0,46 a fine 2023 e più 4,9% rispetto al 2019; Treviso più 0,87% a fine anno e più 3,9% sul 2019; Belluno più 1,42 per la fine dellanno, ma un pesante meno 5,4 sul 2019. Media veneta è di puiù 1,24 a fine anno e più 2,07% sul 2019. Media nazionale: più 1,17% entro fine anno e più 2,8% sul 2019.

Numeri che dicono che il Polesine cresce meno della media veneta e della media nazionale, rispetto a 4 ani fa, però, il salto è notevole e circa il doppi rispetto alla media nazionale. Come sempre, insomma, i dati sono in chiaroscuro, anche se, a conti fatti, sembrerebbero dipingere una fine dell’anno a tinte meno fosche.

Ancorché le distanze tra le singole regioni siano “millimetriche”, in Italia a trainare il Pil nel 2023 sarà la Lombardia con una previsione di crescita del +1,29 per cento. Seguono il Veneto con il +1,24 per cento, il Trentino Alto Adige con il +1,23 per cento, il Lazio con il +1,18 per cento e il Piemonte-Valle d’Aosta con il +1,17 per cento. Chiudono la graduatoria la Campania con il +0,86 per cento, il Molise con il +0,84 per cento e, infine, la Basilicata con il +0,82 per cento.

Se, rispetto al periodo pre-Covid (2019), il Veneto ha già recuperato oltre 2 punti di Pil, le regioni che non lo hanno ancora fatto sono la Calabria con una variazione rispetto al 2019 del -0,25, il Molise con il -0,83, la Valle d’Aosta con il -0,88, la Liguria con il -2,02 e, in particolar modo, la Toscana che deve ancora “riconquistare” 3,22 punti di Pil. A dirlo è l’Ufficio studi della Cgia che ha elaborato le ultime stime di crescita realizzate da Prometeia (luglio 2023). Costruzioni, servizi e tra questi ultimi in particolar modo il turismo saranno i settori che, nonostante il rallentamento dell’economia in atto in tutta Europa, consentiranno al Veneto anche nel 2023 di rimanere sul podio per crescita economica.

In Italia A livello provinciale, invece, guiderà la graduatoria della crescita 2023 Ascoli Piceno con un incremento del valore aggiunto rispetto all’anno scorso del 2,10 per cento. Seguono Milano con il +1,86 per cento, Venezia e Trapani entrambe con il +1,85 per cento, Sondrio con il +1,81 per cento e Verona con il +1,76 per cento. Sia il capoluogo lagunare che la provincia scaligera potranno contare sull’effetto economico positivo delle presenze turistiche che spingeranno all’insù la crescita. Più defilate sono le posizioni occupate da Belluno che dovrebbe registrare un incremento del valore aggiunto del +1,42, da Padova con il +0,99 e da Rovigo con il +0,90 per cento. Chiudono la graduatoria regionale Treviso con un aumento della crescita del +0,87 e Vicenza con il +0,46 per cento.

Tra il 2019 (anno pre-pandemico) e il 2023, il nostro Paese e, conseguentemente, anche il Veneto, hanno registrato un livello di crescita nettamente superiore a quello registrato dai principali Paesi europei nostri competitor. Se dal confronto emerge che in Italia la crescita del Pil è aumentata del 2,1 per cento (come riportato più sopra nella nostra regione del 2,07 per cento), in Francia si è fermata al +1,2 per cento, mentre in Germania è stata solo del +0,3 per cento. Anche il Regno Unito, sebbene non sia più un Paese dell’UE, può contare su un differenziale di crescita risibile e pari al +0,1 per cento.

Sempre rispetto al 2019, le province venete che nel 2023 devono ancora recuperare quanto perso di Pil nel 2020 sono Venezia (-3,06 per cento) e soprattutto Belluno (- 5,43 per cento). Tutte le altre, invece, hanno recuperato abbondantemente. Tra le 107 province italiane monitorate dall’Ufficio studi della Cgia, solo Firenze (-10,04 per cento) presenta in questo intervallo temporale una flessione superiore a quella registrata da Belluno.

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