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A Pila

Zaia: "Granchi blu, serve lo stato di emergenza"

Il presidente del Veneto ha incontrato i pescatori: "Perso il 90% della produzione".

PILA - "Questo è veramente un cataclisma, va capito a livello nazionale, e anche in fretta!”. Luca Zaia, ospite di Coldiretti nell’assolato porto di Pila prende di petto la questione granchio blu. Del resto, di fronte ci sono i pescatori di Pila, e i soci delle cooperative del Consorzio di Scardovari: gente che con il granchio che sta invadendo le lagune (e non solo) rischiano di vedere andare in fumo non solo il proprio lavoro ma l’intera realtà economica del Delta.

“In questo momento stiamo raschiando il fondo del barile - spiega il presidente del Consorzio, Luigino Marchesini - ma vista l’impossibilità di procedere alla semina perché il granchio blu si mangia tutto, il prossimo anno non ci saranno vongole e cozze. Non ci sarà niente...”. “Il Veneto - insiste Luca Zaia - è stato il primo in Italia a chiedere lo stato di emergenza per il granchio Blu. Non basterà, è evidente, a aiuterà moltissimo ad affrontare un situazione drammatica. Dal Polesine parte il 40% delle vongole italiane, parliamo di 52mila quintali, una produzione che attualmente ridotta dell'80/90% a causa di questa specie aliena che mangia anche mitili, ostriche, rompe le reti delle nasse, entra dentro e non mangia solo piccoli pesci ma anche orate e branzini. Mangia tutto. E quando non trova nulla diventa cannibale”.

Da qui la richiesta dello Stato di calamità naturale. “Questo fenomeno sta distruggendo una realtà produttiva importante a livello nazionale. Ma così non si perde solo una dimensione economica. Qui si perde occupazione. E si rischia di perdere anche l’identità di questo territorio e di tutto il Veneto. Mangiare il granchio blu va bene, ma non è la soluzione. Non può essere la soluzione”.

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