VOCE
LUTTO
03.09.2023 - 13:50
ROVIGO - Rovigo piange Luigi Costato. Il professore e imprenditore si è spento ieri mattina, a quasi 89 anni, all’ospedale Sant’Antonio di Padova, dov’era ricoverato da oltre un mese per un malore accusato nella notte tra il 31 luglio e il primo agosto, ad Abano, dove si trovava con l’amata moglie Giusi Lanzoni. Un infarto, quello che lo ha colpito, da cui non si è più ripreso.
Era stata proprio la moglie a trovarlo ansimante nel salottino, a causa di quello che poi è stato accertato essere un infarto al miocardio. Costato si era alzato nella notte, silenziosamente, per non disturbare la moglie, senza quindi chiedere quell’aiuto tempestivo che magari avrebbe potuto far andare le cose diversamente.
Trasferito al Policlinico di Abano, si è spento ieri mattina all’ospedale Sant’Antonio di Padova dove, con l’aggravarsi del quadro, era stato trasferito nella speranza potesse riprendersi grazie alle dotazioni di cui dispone la struttura.
Una vita lunga e intensa quella del professor Luigi Costato, nato a Modena il 17 ottobre 1934. Nel capoluogo emiliano ha trascorso la prima infanzia, per poi trasferirsi con la famiglia a Bologna e a Firenze per seguire gli spostamenti e le vicende imprenditoriali del padre, il cavalier Antonio.
Ma è a Rovigo, dove è arrivato nel dopoguerra, che Luigi ha compiuto gli studi superiori al liceo classico, ha legato con gli amici poi diventati di una vita e si è riappropriato delle radici di una famiglia che ha la sua origine nella sponda sinistra del Po, tra Polesella e Guarda Veneta dove, almeno dalla prima metà dello ’800, i Costato svolgevano il mestiere di mugnai.
Luigi Costato è stato un personaggio eclettico e all’esordio della sua vita da adulto si è subito impegnato come imprenditore, prima agricolo e poi, nella allora fiorente industria estrattiva del metano. Dopo la nazionalizzazione di questa ultima, è passato ad occuparsi della storica azienda di famiglia, dove subito si fece carico della responsabilità della costruzione di un molino nella impetuosa Roma di quegli anni.
Nella capitale sposò l’appena ventenne Giusi, e riuscì ad inaugurare lo stabilimento nel 1960, l’anno delle Olimpiadi celebrato anche dalla nascita del suo primogenito, Antonio. Esaurita la missione romana Luigi si è quindi trasferito a Verona per il riavvio di un molino nel frattempo acquistato nella zona. Nella città scaligera è nata la secondogenita, Alessandra. La famiglia è tornata definitivamente a Rovigo nel 1962.
In quegli anni, successivi alla giovinezza e alla ebrezza delle prime avventure imprenditoriali, stava prendendo corpo la grande passione di Luigi per gli sudi accademici e l’insegnamento, che lo portò ad eleggere come suo centro di gravità la vicina università di Ferrara. Conseguita poco più che trentenne la “libera docenza” - così all’epoca si chiamava la abilitazione all’insegnamento universitario - al professor Costato furono assegnate nel tempo, a Ferrara, le cattedre di diritto agrario, diritto delle comunità europee e più di recente di diritto alimentare.
Quasi naturale, per il suo ruolo di decano, fu poi la nomina a preside della facoltà di giurisprudenza che ha ricoperto sino al pensionamento, all’età di 72 anni.
La pur assorbente attività didattica e di produzione scientifica - molti dei suoi libri sono ancora i testi adottati come riferimento nei corsi di laurea in giurisprudenza e sterminato è il numero di articoli pubblicati anche di recente nelle riviste di settore - non ha mai distolto completamente il professor Costato dalla sua originaria passione imprenditoriale, che lo ha visto prendere parte e a volte addirittura promuovere - pur tenendosi sempre in disparte - iniziative quali l’acquisto del molino di Porto Marghera e la partecipazione in imprese nel settore agroalimentare e metalmeccanico, quali nel nostro territorio la Turri di Costa e la Femi Cz.
La sua proattività e capacità di dialogo lo hanno anche portato a rivestire importanti ruoli istituzionali nel mondo della rappresentanza a livello nazionale. Il professor Costato è stato infatti a lungo presidente di Italmopa, l’Associazione dei mugnai e pastai d’Italia, e consigliere di Federalimentare.
In qualità di esperto di diritto agrario ha poi svolto incarichi di caratura internazionale in America Latina, Africa Sub Sahariana e in Europa dell’Est, portando il suo contributo scientifico a quei governi che si proponevano di attuare riforme fondiarie.
Tra i meriti da ascrivere a Luigi Costato ci sono anche le tante iniziative a favore della città dove tra l’altro è riuscito, in qualità di preside a Ferrara e alle collaborazioni strette con l’ateneo di Padova e la Fondazione Cariparo, ad aprire il distaccamento universitario di Rovigo.
In anni più recenti il professor Costato è stato poi protagonista, in qualità di suo presidente, del rilancio della Accademia dei Concordi e della apertura della stagione delle mostre presso palazzo Roverella. L’ultimo incarico ricoperto è stato quello di presidente della Fondazione Banca del Monte.
Impossibile, poi, dimenticare la grande attenzione per il rugby, giovanile e senior, i decenni di sponsorizzazione al movimento, come Colli Euganei e Femi Cz, e il merito di avere trasferito la passione all’amico e già socio del sodalizio rossoblù Francesco Zambelli.
Luigi Costato non aveva mai praticato il rugby da giovane ma, oltre al gusto per uno spettacolo che lo appassionava, sentiva il dovere di dare il suo contributo allo sport-bandiera della città, la cui tradizione sapeva appartenere comunque in qualche modo alla famiglia, essendo stata innestata dal suocero Davide “Dino” Lanzoni.
Persona garbata e rappresentante di un mondo che sta scomparendo, il professor Costato aveva caratteristiche particolari: a quasi 89 anni era ancora dotato di una mente e uno spirito prontissimi, era “digitalizzato” e utilizzava con disinvoltura, come ha fatto sino agli ultimi giorni, il suo Mac e tutti i vari supporti Apple; non aveva bisogno degli occhiali per leggere e scrivere e aveva in testa folti capelli ancora scuri.
Luigi Costato lascia, oltre alla compagna di una vita, Giusi, e i figli Antonio e Alessandra, gli amatissimi nipoti Antonioluigi, Vittoria, Nicola, Elena, Laura e Beatrice, e i pronipoti di cui andava orgogliosissimo: Nicholas, Adriano, Serena e Carolina.
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