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IL CRITICO A TAGLIO DI PO

Sgarbi e il papà: "Era un amante del Po e del Polesine"

Una serata con il critico d'arte e politico per parlare di memoria

TAGLIO DI PO - Nell'ambito delle celebrazioni del Taglio di Porto Viro, domenica 17  il critico d'arte e politico Vittorio Sgarbi è stato ospite in Sala Europa per parlare del “Il Taglio di Porto Viro".

Nel suo intervento, introdotto da Leandro Maggi, Sgarbi ha parlato della figura del papà, morto a 96 anni e originario di Badia Polesine. "Mio padre era un appassionato di questi luoghi, veniva a pescare sul Po della Gnocca, il cui nome evoca una dimensione ludica. Andava a pescare sul Po di Goro. Era nato a Badia e ha vissuto a Stienta e ha fatto la Seconda Guerra mondiale, una tragedia dell'umanità che ha percepito in modo marginale, mentre ha percepito come molto più dirompente l'alluvione del 1951. Un diluvio universale per chi l'ha vissuta, come ne ha raccontato Cibotto".

Un patrimonio, per il critico d'arte, gli scritti del padre, che sono memoria. "Ha lasciato testimonianza, una memoria di quello che è stata la devastazione della natura. Un fiume, che dà fertilità, che dà tutto quello che può essere utile per la coltivazione agricola però può anche ribaltarsi completamente e diventare violenza e morte". Quattro sono i libri lasciati da Giuseppe Sgarbi: "Leggendoli mi sono reso conto dell'importanza di questa memoria. Quando muore qualcuno si perde un pezzo di umanità perché quello che lui tiene dentro di sé come memoria non sempre viene registrata e quindi la morte di un vecchio e un danno per tutti anche per i giovani. Mio padre ha vissuto per molto tempo. Leggendolo ci sono emozioni che riguardano anche il rapporto con mia mamma, rapporto difficile da concepire oggi in cui quattro ragazzi violentano una ragazza. C'è proprio assenza di attenzione e sensibilità alla vita".

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