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L'analisi

In Polesine mancano oltre 10mila lavoratori

Più di 200mila posti di lavoro sono rimasti scoperti nella nostra regione

In Polesine mancano oltre 10mila lavoratori

ROVIGO - Il Veneto al centro di una crisi occupazionale. Secondo i dati provenienti dall'indagine Excelsior condotta dall'Unioncamere-Anpal, l'Ufficio studi della Cgia ha evidenziato come più di 200mila posti di lavoro sono rimasti scoperti nella regione nel corso del 2022. Una carenza di personale qualificato che sta mettendo a dura prova sia le imprese private che la Pubblica Amministrazione, con settori come l'istruzione e la sanità particolarmente colpiti.

Difficoltà di Reperimento: Una Tendenza Preoccupante

Il 45,4% delle aziende venete ha segnalato difficoltà nel trovare personale adatto alle proprie esigenze nel 2022. Questa cifra impressionante si traduce in oltre 200mila posti di lavoro vuoti in tutta la regione. A livello locale, Verona ha registrato il più alto numero di neoassunti difficilmente reperibili, con 45,700 posti scoperti, seguita da Padova (41,590), Venezia (40,890), Vicenza (40,480), Treviso (37,820), Belluno (11,400) e Rovigo (10,290). Numeri rivelano una tendenza allarmante che impedisce alle imprese di espandersi e creare nuova ricchezza.

Professioni Difficili da Riempire: Un Quadro Preoccupante

I dati di Excelsior evidenziano le difficoltà specifiche nel reperimento di personale qualificato nel Veneto. In particolare, i cuochi e i pizzaioli sono quasi introvabili, con un tasso di difficoltà del 52,3%. Anche i camerieri e i maitre sono scarsi, con una percentuale del 47,6%. Gli addetti alle pulizie (33,4%), i commessi alle vendite al minuto (30,7%) e i magazzinieri (20,9%) sono altrettanto difficili da trovare. Queste cifre mettono in luce la crescente discrepanza tra le competenze richieste dalle imprese e quelle possedute dagli aspiranti lavoratori.

La situazione Polesana

Per quanto riguarda la provincia di Rovigo, i numeri provenienti dall'area confermano la tendenza regionale. La carenza di professioni non qualificate nel commercio e servizi segnala un tasso di difficoltà del 28,7% (1.190 lavoratori); nelle attività ricettive e della ristorazione del 49,6% (1.210), per gli operai semiqualificati di macchinari mobili e di sollevamento 47,9% (1.120); conduttori di veicoli, macchinari mobili e di sollevamento 61,2% (1.280) e artigiani e operai specializzati in metalmeccanica ed elettronica 63,1% (1.060). Un totale di 10.290 figure con un incidenza del 46,6%

Il Futuro in Bilico

Nonostante il rallentamento dell'economia, le aziende venete sono spesso costrette a rinunciare a importanti opportunità di business a causa della mancanza di personale qualificato. Questa situazione non solo impedisce la crescita delle imprese, ma mina anche la creazione di nuova ricchezza nella regione. La crisi occupazionale del Veneto non è solo una sfida per le imprese, ma anche per il tessuto sociale ed economico della regione. È fondamentale affrontare questa situazione con strategie a lungo termine, investendo nell'istruzione e nella formazione per ridurre il divario tra le competenze richieste dal mercato del lavoro e quelle possedute dai giovani in cerca di lavoro.

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