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Una "Tosca" da applausi apre la stagione del Sociale

L'opera pucciniana firmata da Stefanutti ha conquistato il pubblico: nove minuti di battimani e bis "obbligato".

Una "Tosca" da applausi apre la stagione del Sociale

Un momento della "Tosca" al Sociale (foto di Valentina Zanaga)

ROVIGO - Nove minuti di scroscianti applausi hanno salutato la prima del teatro Sociale, affidata alla “Tosca”, diretta da Ivan Stefanutti, nel segno del bicentenario pucciniano. Interpretazioni e scenografia (realizzata dal laboratorio rodigino) hanno deliziato i cultori dell’opera di casa nostra, con commenti entusiasti già alla fine del primo atto - e ancor di più a fine spettacolo, uscendo dal teatro - tra gli abbonati storici.

“Una voce così potente non si sente tutti i giorni, signora mia”. Il riferimento è a Francesca Tiburzi, soprano bergamasco e splendida Tosca. Ma è stato il tenore veneto Fabio Sartori (dalla Fenice alla Scala per poi spiccare il volo verso i palcoscenici di tutto il mondo), nei panni di Mario Cavaradossi, a dover concedere il bis quando un incontenibile battimani ha praticamente interrotto la sua “E lucevan le stelle” in apertura del terzo atto. Applauditissimo anche il baritono di origine rumena Sebastian Catana, nei panni dello spietato barone Scarpia.

Tra i personaggi “minori”, impossibile non dedicare una menzione al baritono trevigiano Alex Martini, che impersonava il sagrestano di Sant’Andrea, scivolato sulla scalinata scenografica durante il primo atto, ma che ha continuato a cantare in modo eccellente, senza che nessuno, tra il pubblico, si rendesse conto dell’accaduto. Uscito di scena a parte finita dissimulando l’infortunio alla caviglia, è riapparso sul palco a fine spettacolo, per l’inchino di rito, zoppicante e sofferente in volto, tra gli applausi degli stessi colleghi.

Ambientazione in una Roma “quasi gotica”: nell’opera pucciniana riletta da Stefanutti “le cattedrali non sono più rassicuranti ripari per gli abitanti della città - spiega lo stesso regista nella sua nota - perché anche lì arrivano gli occhi indiscreti delle spie. In questa storia, le tenebre sono all’interno delle cupe cattedrali e dei lugubri palazzi. Fuori, invece, la notte è illuminata da bellissime stelle e dalla luna piena. Ma sono un’illusione”.

Questa applauditissima Tosca, allestita dal Sociale di Rovigo in coproduzione con il teatro Del Monaco di Treviso, ha aperto la stagione numero 208 del teatro cittadino. Nell’accogliere il pubblico da tutto esaurito (in platea, tra gli altri, il prefetto Clemente di Nuzzo e il presidente della Provincia Enrico Ferrarese) nel foyer, il sindaco Edoardo Gaffeo e il suo vice, Roberto Tovo, come da tradizione, hanno regalato una rosa a tutte le signore. Quindi, a sipario ancora chiuso, inno nazionale e tutti in piedi.

“Il cartellone di questa stagione - ha detto l’assessore alla cultura Benedetta Bagatin - si presenta davvero ricco e fortemente ampliato in ogni suo aspetto, coniugando tradizione a innovazione e portando in scena grandi opere, testi contemporanei, prime assolute con prestigiose compagnie”.

Il direttore artistico Edoardo Bottacin, alla prima stagione in questo ruolo, ha sottolineato come “tradizione e innovatività ci guideranno per tutta la stagione, con scelte non scontate che siamo sicuri apprezzerete; il tutto senza mai trascurare la qualità del lavoro che proponiamo. Voglio sfidarvi a essere curiosi - ha aggiunto - ad abbracciare l’inaspettato e a lasciarvi travolgere dalle emozioni che solo il palcoscenico può offrire”.

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